La polizia francese usa locali e parte della stazione di Menton-Garavan per controllare i rifugiati fermati alla frontiera con l’Italia. Il segretario generale della Cgt-Ferrovieri, Gilbert Garrel, ha scritto una lettera al presidente della Sncf, le ferrovie francesi, Guillaume Pepy, per protestare contro i controlli di polizia sui migranti, fatti sui treni e nelle stazioni. «In certi casi – conclude Garrel – la disobbedienza è un dovere». Alle stazioni di Mentone e di Nizza i controlli sono continui e i treni in ritardo. La Cgt denuncia che la stazione di Mentone serva ormai da «parcheggio per migranti, inquadrati dalle forze dell’ordine, per organizzare il riflusso di questa povera gente». Le Ferrovie mettono anche a disposizione della polizia dei locali in altre stazioni del sud-est.

Garrel ricorda la storia della Sncf, che ha dovuto chiedere scusa (e pagare dopo denunce presentate negli Usa) per le deportazioni verso i campi di concentramento durante il periodo di Vichy e dell’occupazione: oggi «i dirigenti locali della Sncf si giustificano sulla base di ordini di requisizione della prefettura per mettere gli spazi della Sncf a disposizione della polizia». Garrel, evocando il passato, chiede: «La direzione della Sncf ha costruito la sua difesa sul principio di requisizione imposto dallo Stato francese in questo periodo buio della nostra storia: allora, signor presidente, tra qualche anno uno dei suoi successori dovrà presentare delle scuse sul suolo africano?».

La Cgt denuncia lo «zelo» della direzione regionale della Sncf nel sud-est della Francia nel rispondere alle richieste della Prefettura. Per esempio, nella stazione di Nizza, dove arrivano i migranti che sono riusciti a passare la frontiera dall’Italia e a sfuggire ai controlli a Mentone, i rifugiati, che sperano di poter prendere un Tgv per Parigi, vengono incanalati in file organizzate da barriere della Sncf. «Queste persone – sottolinea Garrel – sono in regola rispetto alla Sncf, hanno il biglietto, che non viene loro neppure rimborsato, mentre il prezzo rappresenta per loro uno sforzo enorme viste le condizioni di precarietà in cui vivono».

La Cgt-Ferrovieri chiede a Pepy di «opporsi e queste procedure condannabili» e di non coinvolgere il «servizio pubblico nella caccia ai migranti». Il servizio pubblico non deve «servire una politica europea e francese che non assume le proprie responsabilità e trova come sola risposta» al dramma dei rifugiati «la repressione e la chiusura delle frontiere». Per i militanti che in questi giorni aiutano i rifugiati a Mentone e che hanno manifestato contro la repressione e i controlli, «la sesta potenza economica può accogliere chi fugge da guerre e dittature».