Il termine governance è diventato di moda. La parola inglese che racchiude «il metodo e la struttura organizzativa» è sulla bocca di qualsiasi politico da talk show. L’uso in Italia è dovuto ad una sempre più allargata concezione economicista e aziendalista della politica.

Se, però, c’è una istituzione pubblica in cui l’uso della parola non è improprio quella è l’Inps. L’istituto che paga oggi la quasi totalità delle pensioni pubbliche e degli ammortizzatori sociali ha una struttura iper complessa. Fra presidente, direttore generale, Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ), Collegio dei sindaci e poteri di controllo dei ministeri il suo governo è una sorta di rebus nel quale sguazzano burocrati e faccendieri. La sua riforma è tema di dibattito da anni. Senza risultati.

Ieri è stata la Fp Cgil a chiamare a raccolta tutti gli attori in gioco per trovare una strada condivisa di nuova governance da discutere proprio con chi nell’Inps lavora, a cominciare dalla sede centrale dell’Eur a Roma che ha ospitato il convegno.

E qualche risultato si è visto. Innanzitutto il buon rapporto tra il primo sindacato (per voti alle elezioni Rsu) e la nuova gestione. La Fp-Cgil ha «registrato in questi mesi di presidenza Inps affidata al professor Boeri un deciso cambio di rotta rispetto alle passate gestioni», ha esordito il segretario generale Rossana Dettori. Che però al presidente dell’Inps chiede molto: «Il governo di questa complessa eppur centrale istituzione deve muoversi all’interno di due linee: partecipazione e trasparenza. Va messa al bando una pratica fatta di opacità, di autoreferenzialità e di verticismo e praticare invece il cambiamento, declinandolo a partire dalla partecipazione dei lavoratori e nella trasparenza dei processi».

Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso invece si è soffermata sui poteri del Consiglio di indirizzo e vigilanza, da sempre di nomina sindacale. «Sono molto importanti i poteri formali di direzione dell’ istituto ma è fondamentale anche il ruolo di sorveglianza per conto delle parti sociali. Dobbiamo fare un salto di qualità e proporre il fatto che i comitati di vigilanza abbiano compiti veri». Il bilancio dell’Inps deve essere oggetto di «giudizi obbligatori” e non solo formali da parte dei comitati di vigilanza».

Le risposte dei vertici dell’Inps lasciano intravvedere possibilità di una riforma condivisa, sebbene la palla sia nelle mani del governo (ieri assente). «Ritengo fondamentale che l’ Inps si doti di un consiglio di amministrazione. Spero che il governo vada in questa direzione», attacca il presidente Tito Boeri.

Ancora più aperto al confronto coi sindacati è parso il neo direttore generale Massimo Cioffi, bocconiano che viene da Enel: «Dobbiamo focalizzare le nostre strutture terrioriali per le sole attività istituzionali, designando altri per quelle accessorie come la gestione degli immobili. Il sistema di controllo odierno è realmente pesante: fra Civ, ministero e collegio si crea un disturbo». Infine un messaggio al governo: «Il taglio dei costi dell’Inps è stato usato a bilancio dello Stato, a noi invece serve premiare il merito dei lavoratori e nuove forze: l’età media è 50 anni».