Arriva dai vescovi l’ultimo appello al parlamento perché approvi lo ius soli riconoscendo così la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia. «Penso che la costruzione di questo processo di integrazione possa passare anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza che favorisca la promozione della persona umana e la partecipazione alla vita pubblica di quegli uomini e quelle donne che sono nati in Italia». A parlare è il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella sua prima Prolusione al Consiglio episcopale permanente che sarà riunito fino a domani a Roma.

Nominato direttamente da Bergoglio, che l’ha fortemente voluto a capo dei vescovi, nel suo discorso Bassetti non ha mai fatto riferimento al dibattito politico che da mesi divide la politica italiana tra sostenitori e oppositori alle legge che garantirebbe a 800 mila giovani figli di immigrati di diventare cittadini di questo Paese. Ma le sue parole sono un esplicito sostegno al testo fermo al Senato ormai da quasi due anni. E destinato probabilmente a non vedere la uce in questa legislatura nonostante le promesse del premier Paolo Gentiloni, che ha più volte assicurato di attendere l’autunno per porre la fiducia al provvedimento. Al di là delle parole, però, non si è ancora andati e con l’avvio della discussione sulla nota di aggiornamento al Def (alla quale farà seguito quella sulla legge di stabilità), difficilmente Palazzo Chigi vorrà mettere a rischio la tenuta della maggioranza. Tanti più che lo stesso segretario del Pd Matteo Renzi, che pure ha sempre definito lo ius soli un «fiore all’occhiello» del suo partito, ha più volte ammesso che mancano i voti per poterlo approvare. Le uniche speranze di veder passare la legge a questo punto sarebbero quindi affidate al Mdp, che minaccia di non votare il Def se dal governo non arriveranno segnali di apertura verso la riforma della cittadinanza.

Le parole del presidente della Cei non hanno prodotto reazioni tra i politici, in modo particolare di centrodestra. Che evidentemente preferiscono evitare polemiche con la Santa sede che potrebbero non piacere al proprio elettorato. Restano, però, l’avvertimento lanciato solo pochi giorni al governo dal capogruppo di Alternativa popolare, il partito del ministro degli Esteri Angelino Alfano. «La nostra posizione è chiara da sempre», ha ricordato Maurizio Lupi. «Il governo non può essere messo sotto scacco dalle discussioni interne al Pd . Se non ci sono le condizioni per fare una buona legge, non si fa. E di questo dovrà prender atto anche il Pd, a meno che non voglia, a pochi mesi dalla fine della legislatura, trasformare il Senato in un’arena».

Nel suo intervento Bassetti ha poi lanciato l’allarme sui pericoli generati di chi soffia sulle paure dell persone. Pur riconoscendo che sulla questioni relative ai migranti occorra rispettare i diritti di chi arriva ma anche di chi accoglie, il cardinale ha stigmatizzato chi «enfatizza e alimenta paure» perché «non è in alcun modo un comportamento cristiano».

Infine il presidente delle Cei ha parlato della necessità di aiutare le famiglie, chiedendo al governo di andare su concreto. «Non è più rinviabile una misura giusta e urgente», ha detto parlando del «fattore famiglia» che agevolerebbe fiscalmente il reddito dei nuclei ma soprattutto «potrebbe avere effetti positivi» sulla natalità.
Poi il lavoro, che resta «la priorità più importante per il Paese» con «la disoccupazione giovanile che è la grande emergenza».