Ha detto di no, il direttore generale della Rai Campo Dall’Orto, dopo le scuse del direttore di RaiUno Fabiano e lo stupore autoaccusatorio della presidente Maggioni. La ricetta sessista e razzista proposta da Parliamone di sabato, fatta di donne ossequienti, servizievoli e sostanzialmente mignotte, in onda sabato scorso, non corrisponde alla visione del servizio pubblico, ha dichiarato. Il programma è cancellato. Una decisione inevitabile, per il clamore delle proteste di fronte alla messa in scena di uno pseudo dibattito sui gusti degli uomini italiani, attratti dalla presunta arrendevolezza delle donne dell’Est. Sempiterne straniere bionde, ben diverse dalle svedesi inseguite negli anni sessanta-settanta, allora apprezzate perché emancipate, libere. Ragazze che nessuno si sarebbe sognato di immaginare come mogli. Miti rovesciati che la dicono lunga sui ribaltamenti avvenuti. Alle italiane oggi si rimprovera la troppa libertà. E la scarsa disponibilità a trattare gli uomini come sultani.

La protesta è stata un successo. Il sit-in convocato da NonUnaDiMeno si annunciava imponente. Con una decisione senza precedenti – in passato si erano ascoltati piuttosto i diktat dall’alto – la governance Rai ha deciso di non sfidare la piazza. In sintonia con il governo in fuga dai referendum?

Ma il cambiamento a cui allude Campo Dall’Orto per i pomeriggi in tv è anche il segno di una nuova linea editoriale? O si continuerà a rimestare in quel mix di bassi sentimenti, viscere, pregiudizi che impastano da decenni le ore pomeridiane della tv pubblica? Non è che sabato scorso sia stato trasmesso qualcosa di mai visto, in Rai. Ma chi se ne accorge, della poderosa struttura dirigenziale? L’attenzione ossessiva alla politica e ai programmi di informazione gioca brutti scherzi. Maschilisti. I pomeriggi sarebbero robetta minore. Per donne. Per adolescenti. Una catastrofe culturale e politica.