Mentre il Senato si prepara a votare per la nomina del terzo giudice della Corte Suprema scelto da Trump, Amy Coney Barrett, la Casa Bianca affronta un nuovo focolaio: almeno 5 membri della cerchia ristretta del vicepresidente Mike Pence sono risultati positivi al test per il Covid, incluso il suo capo del personale, Marc Short, e il suo consigliere Marty Obst. Nonostante siano tutte persone in stretto contatto con Pence, risultato negativo al test, il vice presidente ha deciso di continuare la campagna elettorale, con il benestare dei medici della Casa Bianca. Dal momento che Pence guida la task force nazionale per il coronavirus, la sua decisione solleva diverse domande sulle misure di sicurezza e sulla trasparenza della presidenza Usa.

AD ALIMENTARE DUBBI sull’irreprensibilità delle comunicazioni della Casa Bianca è proprio il suo capo dello staff, Mark Meadows che ha cercato di impedire che la notizia del nuovo focolaio diventasse pubblica in quanto «i funzionari non pensano che sia obbligatorio condividere informazioni personali».

Che il dichiarare la positività al Covid non sia una questione di privacy ma di salute pubblica, non è nell’orizzonte cognitivo dello staff di Trump. Poco dopo, durante un’intervista alla Cnn, Meadows ha spiegato che il governo Usa ha deciso che non «terrà sotto controllo la pandemia» e che invece di ostinarsi a cercare di contenere i contagi, l’amministrazione può solo provare a incentivare i vaccini e le terapie. Questo è un virus contagioso proprio come l’influenza – ha detto Meadows – Dobbiamo usare terapie per assicurarci che le persone non muoiano».

«Si sono arresi senza neanche provarci» è stato il commento di Andrew Cuomo, governatore di New York, dove la curva dei contagi resta piatta. Pence, che è noto per non indossare la mascherina mentre vola sull’Air Force Two, sabato si è recato in Florida per due comizi e dovrebbe spostarsi ogni giorno fino al 3 novembre, tenendo discorsi in Carolina del Nord, del Sud, in Minnesota e nell’alto Midwest. Con lui tutto il resto dello staff che al momento non si sa se sia composto da elementi negativi al tampone, oppure no.

IL DETTAGLIO dell’essere nel pieno di una pandemia non sembra scalfire i piani e la retorica del duo presidenziale; durante il suo ultimo comizio in Pennsylvania Trump ha inveito contro il governatore democratico dello Stato, Tom Wolf, reo di avergli reso difficile tenere la manifestazione elettorale, in quanto pensava che non fosse una buona idea fare un raduno di qualche migliaio di persone, stipate e senza mascherina.

«IL VOSTRO GOVERNATORE ci ha reso quasi impossibile trovare una location» ha detto Trump, per poi minacciare una qualche forma di ritorsione in risposta all’opposizione di Wolf al comizio: «Me lo ricorderò Tom quando verrai a dire ‘Signor presidente, ho bisogno di aiuto’. Sei quello che ha cercato di escluderci da due location».

I candidati sono impegnati nelle campagne elettorali ma 60 milioni di persone hanno già votato e per ora le poste sembrano tenere; fino ad oggi sono state aperte oltre 500 milioni di schede elettorali, 100 milioni quelle elaborate. Si tratta di un salto del 162% rispetto alle elezioni del 2016.Il presidente dell’American Postal Workers Union ha detto che i lavoratori delle poste «stanno spostando il cielo e la terra» per ricevere la posta elettorale in tempo.