Sono arrivati a sorpresa nelle prime ore del mattino. Hanno circondato la rotonda con al centro l’albero di Netflix e parcheggiato in file da quattro o cinque davanti all’altare della patria e a palazzo Venezia, o di fronte all’imponente edificio di Assicurazioni generali. Nelle immagini scattate dall’alto avevano l’aspetto di mattoncini del tetris piovuti non si sa come in una delle piazze centrali della capitale. Invece erano circa 200 bus turistici che hanno invaso il centro città e mandato in tilt il traffico natalizio. Per il terzo giorno consecutivo.

«SONO ARRIVATI e si sono disposti lentamente tutto intorno. Solo più tardi i vigili hanno deviato lo scorrimento delle macchine e di alcuni mezzi dell’Atac» racconta uno degli addetti alla sicurezza dell’albero di Natale addobbato con le palle rosse e grigie firmate con la N del gigante della distribuzione di film e serie tv. «Ho attaccato alle 8.15, ma il blocco era iniziato prima, credo verso le 5.30 – dice una ragazza che lavora al museo nazionale di palazzo Venezia -. Nelle strade circostanti c’era un unico grande ingorgo. Anche oggi arrivare a lavoro non è stato semplice».

Sulle scale del Vittoriano, intanto, due ignari turisti guardano la scena con aria interrogativa. Si voltano, si abbracciano, allungano il bastone del selfie e scattano una foto con lo sfondo di piazza Venezia inondata di pullman. Nella città ridisegnata dal turismo anche l’insolita protesta diventa un’attrazione da immortalare.

PIÙ GIÙ, SULL’ASFALTO, gli autisti rilasciano interviste per far valere le loro ragioni contro il piano approvato dalla giunta Raggi, che rischia di lasciarli fuori dal centro a partire da gennaio 2019. Due di loro danno fuoco a una bandiera del Movimento 5 stelle, in un rito che si trasmette ormai di piazza in piazza. I pochi romani che in una mattina di dicembre attraversano questa parte di città osservano perplessi. «Il centro non può essere ostaggio di questi bestioni – dice Giacomo, che studia nella vicina facoltà di ingegneria a San Pietro in Vincoli – Il parco di Colle Oppio è stato trasformato nel loro parcheggio. Sono mezzi troppo grossi per una città già congestionata dal traffico».

IN UN’AGENZIA DI VIAGGI vicina al luogo della protesta, Roberta la pensa in maniera diversa: «È vero che la circolazione di mezzi così grandi è problematica. Ma va tenuto in conto che si rivolgono a una fetta di turismo che difficilmente si servirà di un sistema di trasporto pubblico così poco efficiente. Il rischio è che si dirigano in massa verso taxi e ncc, peggiorando la situazione».

E proprio i taxi e il servizio di noleggio con conducente sono gli altri due fronti caldissimi che in questo periodo prenatalizio hanno messo in ginocchio il traffico romano. Gli autisti ncc hanno protestato martedì a piazza della Repubblica e il giorno successivo a piazza Esquilino contro una norma che li obbligherebbe a rientrare in rimessa a fine turno, impedendo così di lavorare in città lontane da quelle in cui hanno ottenuto la licenza. Le indiscrezioni su un possibile ripensamento del governo sulla misura hanno fatto scendere in campo i tassisti, che mercoledì hanno sospeso il servizio a Termini e Fiumicino e ieri hanno manifestato davanti al parlamento. Proprio mentre i bus turistici bloccavano piazza Venezia, poche centinaia di metri più in là.

NELLA GIUNGLA DEGLI INTERESSI corporativi che ruotano intorno alla mobilità romana il grande assente rimane il trasporto pubblico e la necessità di un rilancio complessivo dell’Atac, che al momento non sembra all’orizzonte. Nell’ultima settimana hanno funzionato a singhiozzo le fermate della metro rossa Spagna e Barberini. La stazione Repubblica, invece, è chiusa dal 23 ottobre scorso, quando una scala mobile crollò mentre trasportava alcuni tifosi del Cska Mosca.

«Mi sa che alla fine l’unico modo per arrivare a lavoro è imparare a volare» commenta sconsolata una passante, mentre attraversa il muro dei mattoncini del tetris.