Valentina Sganga è la terza consigliera comunale del M5s che riveste la carica di capogruppo. Laureata in scienze politiche, ha trentadue anni ed è alla sua prima esperienza politica. Prima ha lavorato come operatrice in un call center e come consulente.
Sganga, il sottosegretario leghista Giorgetti ha appena detto, riferendosi al vostro voto, che «bisogna avere il coraggio di fare tutte le grandi opere».
Concordo, ma credo che si debba avere il coraggio di fare tutte le opere che hanno un senso economico e sociale. Se no tanto vale scavare buche e riempirle. Il M5s è da sempre contrario al tunnel di base della Torino-Lione, quindi non all’opera in sé. Noi vogliamo valorizzare l’infrastruttura esistente, che già collega le due città con l’alta velocità, non fermare il progresso. Invito il sottosegretario a venire ad ascoltare le nostre motivazioni.
Il vostro voto contrario al Tav rappresenta la maggioranza dei torinesi? A manifestare in piazza erano molti più quelli a favore che i contrari
Io so che due anni fa siamo stati votati con un programma dichiaratamente NoTav, e abbiamo stravinto. Anche se siamo una minoranza siamo un’avanguardia e la città di Gramsci non dovrebbe avere paura di questo.
La sindaca non c’era e il vostro voto appare depotenziato.
La sindaca non c’era perché data la condizione del Comune è costretta ad andare in giro per il mondo a cercare investimenti per la città. Torino è già povera, oggi, per le politiche di ieri.
Ma gli investimenti vengono se ci sono infrastrutture, perdoni.
Lei pensa che un investitore cinese o mediorientale sia interessato ad avere una linea ferroviaria che accorcia i tempi di percorrenza tra Torino e Lione di mezz’ora? Siamo seri.
Avete tutto il mondo produttivo contro, nonché il sindacato.
Con loro vogliamo parlare per spiegare che il nostro obbiettivo non è defraudare Torino di risorse pubbliche. Noi chiediamo che i soldi pubblici del Tav vengano investiti i campi al passo con i tempi. Decuplicare una ferrovia laddove non c’è traffico merci non ha senso. Ha senso investire in ricerca e sviluppo, in educazione, ha senso investire per rendere la città attrattiva e viva. Non per trasformarla in un magazzino.
Lei usa l’alta velocità?
Sì ovvio, uso l’alta velocità. Ma cosa vuol dire? In val Susa c’è già l’alta velocità. Se voglio andare a Parigi prendo il Tgv.
Il vostro voto a Torino somiglia a un contentino dopo la rotta pugliese sul Tap.
Il nostro voto era programmato da tempo. Non credo che qui vedremo lo stesso film: ma sono comunque decisioni che afferiscono al governo. Noi abbiamo solo messo in atto un punto del nostro programma.
Lei sa che perderete le prossime elezioni a Torino per via di questo passo?
Questo lo dice lei. Tra mille difficoltà stiamo facendo rialzare la testa a questa città, i conti li facciamo nel 2021.