«Comandante fuorilegge arrestata. Missione compiuta». Matteo Salvini esulta davanti all’arresto di Carola Rackete e promette un decreto di espulsione in caso di scarcerazione. E starebbe persino pensando a un inasprimento del decreto sicurezza bis in sede di conversione in legge. Già nei giorni precedenti il vicepremier leghista non aveva risparmiato critiche e polemiche nei confronti della capitana della Sea Watch 3. Ieri però le sue parole hanno innescato perfino una reazione in Luigi Di Maio che, nel silenzio assordante del premier Giuseppe Conte, ha detto di trovare «assurda l’escalation di insulti e di toni offensivi registrata nelle ultime ore». «Non capisco l’esigenza di mettere in piedi questo circo mediatico – ha aggiunto – Uno Stato sovrano ha le leggi e le fa rispettare. Punto. La capitana verrà giudicata da giudici sulla base delle leggi dello Stato italiano». Ma, poi, per evitare di sembrare troppo di parte, ha subito aggiunto: finora «in svariate circostanze l’Italia è stata trattata come lo zimbello d’Europa. Adesso, o l’Europa si sveglia oppure la svegliamo noi».

DOPO L’INGRESSO della nave nel porto di Lampedusa, naturalmente sulla vicenda sono intervenuti in tanti. Il dibattito ha impiegato poco tempo a polarizzarsi. Per il segretario dem Nicola Zingaretti la vicenda «finisce in un clima di drammatica tensione e nell’unico modo in cui poteva finire, e cioè con lo sbarco dei 42 naufraghi. Una vicenda gestita male e in maniera esclusivamente propagandistica dal ministro Salvini».

Nel frattempo sui social si è sollevata una diatriba tra leader di partito a suon di tweet e post. L’ex presidente della camera Laura Boldrini pone l’accento sulla criminalizzazione della solidarietà: «Chi salva vite umane normalmente viene premiato. Carola Rackete invece è stata arrestata e c’è anche chi, come un Salvini qualsiasi, riesce a esultare», scrive su Twitter, lanciando l’hashtag #UmanitàInArresto.

I giallo-verdi tuonano invece contro la violazione della legge. Peggio, «un atto di guerra», quello che secondo Salvini avrebbe compiuto l’ong. Per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, «la situazione di pericolo è stata creata ad arte, violando la legge della navigazione internazionale e anche la legge dello Stato italiano da parte dell’equipaggio della Sea Watch». Pertanto il ministro pentastellato sembra non aver alcun dubbio sull’arresto di Rackete: «Siccome siamo in uno Stato di diritto la legge va rispettata, e di conseguenza è giustissimo il fermo applicato nei confronti del capitano della nave».

LO SCONTRO non si limita al contesto nazionale, ma varca i confini. Il ministro dell’Interno francese Christophe Castaner, dando la disponibilità a accogliere 10 migranti della Sea Watch, nega che la Ue non abbia dimostrato solidarietà all’Italia e attacca il governo giallo-verde che con «la chiusura dei suoi porti in violazione del diritto internazionale del mare» assume «soluzioni non concertate con i partner europei». Ribatte Salvini a testa bassa: «Difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L’Italia non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare: Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani».

Ma anche il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Mass, attacca: «Salvare vite umane è un dovere umanitario. Soccorrere vite umane non può essere criminalizzato, tocca alla giustizia italiana ora chiarire le accuse». Mentre il suo omologo lussemburghese, Jean Asselborn, che aveva già accusato Salvini di usare «metodi fascisti», lancia un appello: «Carola Rackete sia rimessa in libertà». E per il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, «la vita umana va salvata in qualsiasi maniera, poi tutto il resto è secondario».