È una metropoli storica della vecchia cintura industriale dei Grandi Laghi – seconda un tempo solo a Detroit come centro pulsante di produzione industrial – quella che accoglie il summit repubblicano. Una popolazione eterogenea è rifluita qui dall’America e dall’Europa (numerosissima in particolare l’immigrazione polacca) per lavorare nelle grandi fabbriche come le acciaierie della US Steel. A Cleveland, fondata come avamposto e porto fluviale durante la pulizia etnica anti indiana di inizio 800 sono immigrati anche ondate di afro americani risaliti per la Mississippi Valley, contribuendo a farne rapidamente un grande centro produttivo e snodo commerciale del Midwest. La successiva deindustrializzazione è stata altrettanto rapida e devastante. Basti sapere che oggi la popolazione è di 338000, negli anni 50 gli abitanti erano oltre 900.000. Due persone su cinque vivono al di della sotto soglia della povertà – ancora una volta, seconda solo a Detroit.

Non poteva dunque esserci luogo più emblematico per il congresso che dovrà incoronare Trump.

L’improbabile candidato repubblicano dipende pesantemente dalla disillusione e dalle paure di una ex-middle class azzerata dalla globalizzazione contro la quale inveisce ora il magnate palazzinaro che denuncia il complotto delle “élites transazionali” mentre fabbrica indumenti in Cina e costruisce campi da golf negi Emirati. Questa città è uno degli epicentri di una regione “in bilico”. Dallo swing state dell’Ohio (assieme a Pennsylvania, Michigan Virginia, Florida…) potrebbe dipendere in definitive la sorte del collegio elettorale che determinerà il prossimo presidente. Se Trump riuscirà a scardinare abbastanza ex democratici, anziani bianchi, orfani di impieghi e pensione (e di una America di una volta irrimediabilmente perduta al di la delle politiche macro economiche) potrebbe vincere.

Oltre che il livore di una classe impotente il suo alleato sempre più efficace in questa estate di angoscia è la paura. Spiega il suo slogan modificato in Make America Safe col quale dopo Orlando e Dallas e ora Baton Rouge si presenta come il “Law And Order candidate”. Non poteva dunque esserci migliore fondale che Cleveland per mettere in scena questa rappresentazione delle divisioni.

Una capitale della ruggine con una riconversione in corso d’opera del tutto incompleta – un pò come quella dell’America stessa (e dell’occidente). Cleveland è una delle città più povere e segregate della nazione. Con una popolazione nera al 57%, e bianca solo per il 37%. Nei quartieri più fatiscenti il tasso di mortalità infantile è il massimo del paese a livelli da terzo mondo. E i rapport tesissimi fra neri e la polizia sono del tutto deteriorate in seguito all’uccisione un anno e mezzo fa di Tamir Rice – 12 anni – con in mano una pistola giocattolo in un parco giochi – con piena assoluzione degli agenti.