Con Folli voli, uscito per Incipit Records/Egea Music, Grazia Di Michele sembra aver colmato definitivamente quella distanza dalle sue origini, in apparenza accantonate durante il periodo trascorso ad «Amici» come insegnante di canto.
Dunque, con sonorità raffinate ed arrangiamenti più vicini al folk anche politico degli anni settanta e alle trame musicali jazz degli ultimi anni, la cantautrice si fa interprete di un ideale canzoniere mondiale, rivoltato però all’interno di una griglia linguistica nazionale. Ciò è senz’altro uno dei punti a favore del disco e fuga i dubbi che possono suscitare le traduzioni di brani che hanno già nell’originale una forza spesso non replicabile in un’altra lingua.

Pertanto, l’intero album, progettato da Alberto Zeppieri, con cui la De Michele aveva già collaborato al tempo di un altro progetto collettivo Capo Verde terra d’amore, cartografa l’ascolto in undici canzoni, più una dodicesima traccia, Come la musica, scritta da Bungaro ed inedita. Quattro di queste canzoni furono pubblicate come lancio del disco, nell’EP Anime uscito l’anno scorso e contenente il duetto con la cantante greca Kati Garbi proprio sulla title-track, traduzione della soffusa ballata greca Anemos.

Dalla Grecia si sale al nord con l’Irlanda di Damien Rice (Non so guardare che te/The Blower’s Daughter) e poi si cambia continente con il Brasile di Adriana Calcanhotto, nostra «Seconda Europa» come la chiamava Ruggero Jacobbi ascoltando Vinicius de Moraes per approdare all’Africa capoverdina. Qui ancora una volta è Cesaria Evoria ad ispirare Quest’amore (Saia Travada). Infine, Folli voli, cantata con Ivan Segreto e versione di Falling Slowly , brano premiato nel 2006 con l’Oscar (il film era Once di John Carney), non dà solo il titolo all’album, è pure la canzone scelta dal video che lo promuove.