Pronta la risposta della Campagna italiana “Stop Technion” ai contenuti della recente visita in Israele della ministra dell’istruzione Stefania Giannini e di alcuni esponenti della Conferenza dei Rettori e di docenti universitari schierati contro il Bds, il boicottaggio di Israele per le sue politiche di negazione dei diritti dei palestinesi. Chiamati in causa da Giannini, i firmatari della campagna per il boicottaggio scrivono in un comunicato che «L’Italia sembra voler schiacciarsi completamente sulle richieste del governo Netanyahu e voler assumere un ruolo di primo piano in Europa negli sforzi anti-Bds, anche in risposta alla Campagna Stop Technion che si è dimostrata—in termini di adesioni—tra le più partecipate in Europa». Denunciano inoltre «Le azioni di censura…le iniziative repressive e di censura del Ministro e di alcuni Rettori» e ribadiscono che la Campagna “Stop Technion”, forte di 340 adesioni, «continuerà a denunciare il clima intimidatorio che Ministra, Rettori e altre componenti del mondo accademico e politico italiano stanno costruendo in risposta al diritto fondamentale di boicottare e astenersi da rapporti con Stati che come Israele…negano un diritto fondamentale internazionalmente riconosciuto come il diritto all’autodeterminazione».