Il movimento dei genitori, docenti e studenti «Priorità alla scuola» che chiede il potenziamento immediato di spazi, trasporti pubblici e monitoraggio sanitario per riaprire tutte le scuole in sicurezza ha attacchinato ieri in tutta Milano volantini con la scritta «A Natale regalate la scuola». Stamattina a Porta Pia a Roma manifesta davanti al ministero dei trasporti.

«Da mesi – sostiene il movimento – il diritto alla salute, all’istruzione e al reddito sono subordinati al mantenimento dei grossi profitti e del modello di consumo vigente, dentro una narrazione che considera la pandemia come una parentesi in un percorso immutabile». Nella campagna natalizia contro le priorità che il governo e le regioni continuano ad assumere nelle scelte economiche del paese «Priorità alla scuola» denuncia la narrazione «che considera la pandemia come una parentesi in un percorso immutabile. Non c’è fuoriuscita dalla crisi senza un cambio del modo di produzione e consumo». «Rifiutiamo la contrapposizione tra reddito, salute e istruzione e il ricatto che i minori stanno subendo tra la possibilità di andare a scuola e il sostentamento dei loro genitori».

«Se è sempre più evidente il nesso fra crisi sanitaria e crisi ambientale – prosegue Priorità alla Scuola – mettere la vita al centro vuol dire far emergere le vere cause della pandemia: deforestazioni, bio-invasioni, cambiamenti climatici e dissesti sociali. Non c’è fuoriuscita dalla crisi senza un cambio di intensità del nostro modo di produzione e consumo e la drastica trasformazione dei sistemi sanitari occidentali, senza la tutela dei diritti di tutte e tutti e il necessario rafforzamento e riorganizzazione del welfare pubblico».

«In questo specifico caso io non mi sento di dar torto agli studenti» ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala che ha postato su Instagram la foto di un volantino affisso sul portone della sua abitazione.

A Torino continua la battaglia di Eva, studentessa 13enna, attivista del movimento “No Dad” insieme aAnita, Lisa e le altre decine di studenti delle medie e delle superiori che chiedono al presidente della regione Piemonte Alberto Cirio la riapertura delle scuole medie  chiuse da una ordinanza, nonostante le regole della zona arancione permettono la presenza in classe. Da più di una settimana Eva risulta assente dalle lezioni realizzate attraverso il pc in didattica a distanza. Lei protesta fuori dalla scuola, ma risulta sempre presente. Per i suoi docenti no perché la strada o la piazza non sono reputati luoghi adatti. E. sembra, che non risultino adatti alla “privacy”. Un altro caso di repressione della protesta, una delle più intelligenti degli ultimi anni, a Torino. Al liceo Gioberti la protesta contro la Dad era stata vietata. Ieri il nuovo caso torinese è arrivato in parlamento dove la parlamentare di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli ha annunciato un’interrogazione.