La Camera dei deputati ha approvato ieri a larghissima maggioranza la mozione del gruppo Sinistra italiana che chiede lo stop alla privatizzazione delle Ferrovie dello Stato. «Il governo dia ora seguito a questa decisione e nella prossima Legge di stabilità stanzi più risorse per i pendolari e per il trasporto ferroviario» afferma Arturo Scotto, capogruppo dei deputati di Sinistra italiana Arturo Scotto. Dal voto si è astenuta Forza Italia e Ncd, mentre i Cinque Stelle e il Pd hanno votato a favore. Il governo ha recepito la mozione. «Di solito le mozioni vengono riformulate, invece questa volta è stata presa – commenta Scotto – Il governo sia conseguente con un voto che lo impegna a non procedere alla privatizzazione. Almeno finché non avrà illustrato alle camere il piano industriale».

«La preoccupazione nasce anche dal fatto che la privatizzazione è stata decisa senza alcuna confronto e partecipazione delle forze politiche rappresentate in Parlamento e senza alcuna interazione con la cittadinanza che usufruisce del servizio ferroviario ». Lo afferma in una nota il deputato ex M5s, ora iscritto al Misto, Cristian Iannuzzi, primo firmatario, alla Camera della mozione.

«Dalla privatizzazione si potranno solo raccogliere 3 o 4 miliardi – il segretario generale della Fit-Cisl, Giovanni Luciano a seguito di un incontro con il ministro delle infrastrutture Delrio – sul mercato andrà il 40%, ma non si sa di cosa». Allo stato dei fatti c’è solo un decreto del Presidente del Consiglio che prevede la privatizzazione e che la rete resti pubblica.« La privatizzazione, in sé, è un errore e quello che sta uscendo fuori lo conferma» sostiene il segretario della Filt-Cgil, Franco Nasso.