Nella corsa ad accaparrarsi una fetta di 8×1000 in più c’è anche la “caccia al Cud”: giovani e giovanissimi lanciati all’inseguimento dei pensionati e di coloro che sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi per convincerli a compilare comunque la scheda per la scelta della destinazione dell’8×1000: con il sistema della ripartizione proporzionale delle quote non espresse, una firma in più vale molto, anche se si tratta di un pensionato al minimo. In palio, come una vera e propria gara a chi conquista più Cud, premi in denaro. Non ricchissimi, ma nemmeno simbolici.

A lanciare l’idea, quattro anni fa, è stata la Conferenza episcopale italiana, con il concorso I feel Cud, riciclando e modificando la storica canzone di James Brown I feel good che mai avrebbe immaginato di contribuire così anche lui all’8×1000. Le parrocchie organizzano squadre di giovani (dai 18 ai 35 anni) da sguinzagliare alla ricerca di Cud da far firmare e da consegnare poi al più vicino Caf Acli, partner dell’iniziativa. Ai cinque gruppi più produttivi arriveranno i soldi per realizzare un progetto nella propria parrocchia: 1.700 euro per chi avrà consegnato da 30 a 100 Cud, fino a 29.500 euro per chi avrà portato un bottino di almeno 1.600 Cud.

Da quest’anno anche l’Unione delle comunità ebraiche promuove un’iniziativa analoga, sebbene meno strutturata: il progetto Mezzo Shekel, ovvero “mezza moneta”, secondo la Torà quella che gli ebrei dovevano offrire a Dio per espiare il peccato di idolatria verso il vitello d’oro. «Cerchiamo un team dinamico di 10 ragazzi» per raccogliere i moduli per la destinazione dell’8×1000, chiede il bando. Rimborso spese e premi anche per loro: un compenso per l’attività di raccolta delle schede e l’opportunità di presentare progetto da finanziare destinato ai giovani.