Mesi di preparazione, settimane di attesa, otto ore di diretta televisiva, milioni di telespettatori in mondovisione, un parterre con la crème del cinema tirata a lustro, tempi studiati al secondo, e alla fine che cosa combinano? Sbagliano busta, e quindi il nome del vincitore, proprio nella categoria più attesa.

Con 14 nomination e 6 statuette già conquistate durante la lunga serata, sembrava scontato che l’Oscar come miglior film sarebbe andato a La La Land. Invece…

Quando sul palcoscenico arrivano Warren Beatty e Faye Dunaway, sono quasi le 6 del mattino, da noi. Beatty apre il plico rosso, estrae il cartoncino bianco, lo legge, esita, verifica se nella busta c’è qualcos’altro, appare smarrito, tant’è che Dunaway gli dice: «Warren, sbrigati». Lui le porge il cartoncino e lei proclama: «La La Land».

Boato, parte della troupe e i produttori salgono sul palco, iniziano i ringraziamenti di rito. Ma dietro di loro comincia un trambusto, qualcuno porta un’altra busta, conciliaboli, finché uno dei produttori di La La Land, Jordan Horowitz, dice: «C’è stato un errore. Il vincitore è Moonlight. Non è uno scherzo».

https://youtu.be/GXw3ynPEHQw

Un errore così alla cerimonia degli Oscar non era mai accaduto in 89 edizioni, e partirà un’inchiesta interna per capirne le cause.

Lo hanno fatto apposta per alzare gli ascolti di una cerimonia che negli ultimi anni ha perso spettatori? Un lapsus gigante? Sono andati nel pallone? Oppure, dietro le quinte, c’era un trumpista che ha voluto fare un dispetto ai detestati attori?

C’è da scommettere che questa edizione sarà ricordata più per la busta sbagliata che per il film che ha vinto, impegnato, ma non un capolavoro. Che ci volete fare, nessuno è perfetto.