Il Giappone impegnato alle Olimpiadi sta attraversando un periodo d’oro, al momento in cui scriviamo, il medagliere del paese asiatico conta 16 ori, 4 argenti e 7 bronzi. Un successo inaspettato che oltre alla valanga di medaglie nel judo, ha portato vittorie o piazzamenti anche nel nuoto e, più inaspettatamente, in alcuni sport meno popolari come il surfing lo skateboard.

LE BELLE STORIE SPORTIVE PERÒ, negli ultimi giorni sono state accompagnate da quello che si temeva accadesse prima dell’inizio dei giochi, l’arrivo cioè di una nuova ondata pandemica. Negli ultimi tre giorni infatti Tokyo ha fatto registrare più di 3.000 casi di Covid giornalieri, un record dall’inizio della pandemia, così come si è sfondato il tetto dei diecimila casi al giorno nell’intero arcipelago e continua a salire anche il numero delle persone in cura negli ospedali della capitale, circa il doppio rispetto alla fine di giugno.

Lo stato di emergenza per Tokyo è stato esteso fino alla fine di agosto e entrerà in vigore anche per le prefetture che attorniano la capitale e dove si svolgono molte delle gare dei giochi. Stato di emergenza che, vale la pena ricordare, non equivale ad un lockdown, ma in pratica «consiglia» a bar e ristoranti una chiusura preserale e vieta la vendita di alcolici dopo una certa ora, per il resto tutto continua come prima.
Sebbene non si possa attribuire questa impennata di casi esclusivamente ai giochi olimpici, è altrettanto vero, come scritto da alcune testate giornalistiche giapponesi, che i giochi olimpici e il successo degli atleti di casa, abbia contribuito a far abbassare la guardia, per così dire, nei confronti della pandemia. Si sono viste ad esempio molte persone fare lunghe file per farsi fotografare con i cinque cerchi olimpici ed in generale il fatto di ospitare un evento così importante ha probabilmente fatto rilassare l’atteggiamento dei cittadini della capitale.

HA INOLTRE FATTO AGGROTTARE più di qualche sopracciglio la dichiarazione di due giorni fa da parte di un portavoce del Cio che il recente aumento delle infezioni nella capitale non sarebbe legato a quanto succede all’interno dei giochi, che si stanno svolgendo in una bolla, come è successo per molti dei grandi eventi sportivi degli ultimi due anni. Le critiche non sono tardate ad arrivare, non solo per quanto scritto più sopra riguardo ad un rilassamento dell’approccio della popolazione verso la pandemia, ma anche perché la bolla olimpica non è totalmente impermeabile.

Ci sono infatti migliaia di volontari e staff, il canale televisivo NTV ha dichiarato che circa 70 mila volontari entrano negli impianti sportivi delle olimpiadi ogni giorno e che i tamponi non sono fatti in maniera costante. La «bolla» olimpica è più un colabrodo, molto più fisicamente in contatto con Tokyo ed il resto del Giappone di quanto si possa immaginare. Senza poi contare che alcuni eventi, sporadici ad essere onesti, come ad esempio le gare di ciclismo, si sono svolte con parte del pubblico presente e cosa più importante, hanno fatto spostare un gran numero di persone.

L’IMPRESSIONE, avallata anche dalle dichiarazioni di medici, è che l’ondata sia destinata a salire, un nuovo picco è previsto quando i giochi si chiuderanno e il timore è che, una volta conclusasi, l’Olimpiade lasci la capitale giapponese in una situazione di emergenza e con dei costi altissimi da ripagare, sia umani che economici, solo il 27,8 per cento della popolazione giapponese è al momento vaccinata, e si parla già di un aumento delle tasse per il prossimo anno per coprire i costi dell’evento che, svolgendosi senza spettatori, non ha portato gli introiti sperati.