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La Biofera di Canzo apre l’autunno eco

La Biofera di Canzo apre l’autunno eco

Appuntamenti A metà strada tra Como e Lecco si svolge da domani a domenica una delle più antiche e suggestive fiere del biologico. Ve la raccontiamo in anteprima

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 6 settembre 2018

Ai piedi dei Corni, montagne fiere e coperte di boschi, nel cuore del triangolo lariano, ad ugual distanza da Como e da Lecco, puntata come una freccia, a nord di Milano e con Milano collegata con una comoda ferrovia, vi è Canzo. Canzo è una cittadina adagiata tra due fiumi, il Lambro e il torrente Ravella. Era una località di villeggiatura, prima che le masse imboccassero i litorali delle varie riviere liguri e romagnole, era questo il luogo di ritempramento per la borghesia milanese.

Qui il Teatro Sociale rinnova quei fasti da cittadina elegante e molto curata che mostrava sino a metà anni cinquanta. Certo, alcuni quartieri residenziali e l’industrializzazione hanno deturpato le rive del Lambro, una volta assolutamente sgombre e verdi. Tuttavia Canzo ha conservato una sua aura naturale, adagiata tra pianure e collina, e serba l’incanto tranquillo che aveva. Un laghetto balneabile, il lago del Segrino, introduce nella valletta, che termina con un limite naturale, il torrente Foce che, proprio al confine, si getta fragorosamente nel Lambro, al limitare di Asso e della Valassina, formando la cascata Vallategna.

VENIRE A CANZO significa poter percorrere decine di chilometri di sentieri con una vista assolutamente impagabile dai monti più alti, il Cornizzolo e i Corni di Canzo, poter ammirare le due sponde del Lario, verso Lecco e verso Como, e avere una vista sui laghetti prealpini che costellano la alta pianura lombarda, il lago di Pusiano, il lago di Alserio, il lago di Montorfano.

Vale la pena di visitare questi luoghi, specie nella prima metà di settembre, per una manifestazione che impegna tutto il fine settimana: la Biofera, fiera del biologico tra le prime in Italia. La Biofera, nata dalla fantasia operosa di un gruppo locale, la Cumpagnia di nost, attivissima nel promuovere le antiche arti e tradizioni locali. Canzo era un borgo silvo-pastorale e, se è vero che le ultime stalle sono chiuse, permangono realtà agrituristiche interessanti sul territorio e una generazione nuova di ragazzi sta ripopolando intelligentemente la montagna.

La Cumpagnia di nost è un sodalizio importante, anima momenti topici nella vita del paese e rappresenta quell’anima glocal che resiste intelligentemente e senza nostalgie passatiste.

I Nost, come si definiscono, animano in gennaio la Giubiana, festa che affonda le sue radici nell’immaginario medievale e anche più antico, festa della notte e del fuoco, della rinascenza della vita e della paura del buio invernale. In luglio promuovono la Festa del sole. Sulla scorta della Ecofoire europeenne du vin et du fromage che si svolgeva a Rouffach, in Alsazia, con un gemellaggio reale, la Biofera è nata un trentennio fa. Scelta la cornice suggestiva di villa Meda, una villa patrizia del seicento lombardo, incastonata nel parco tra il torrente Ravella e la piazzetta San Francesco, ha trovato un luogo ideale per vivere e continuare.

ANNUNCIANO LA BIOFERA non i manifesti di carta affissi dappertutto o gli usuali striscioni di plastica stesi lungo le strade. Piuttosto, diverse settimane prima, essa è pubblicizzata da sagome in legno con il logo tipico e tutto il centro storico, suggestivo di per sé, viene addobbato con i festoni colorati distesi tra un balcone e l’altro. Tutti a Canzo sanno della Biofera e centinaia di persone vengono coinvolte dall’evento. Non professionisti ma volontari. La Cumpagnia di Nost sa aggregare numerosi altri soggetti, dai vigili del fuoco agli alpini ai carabinieri in pensione. Una numerosa schiera di associazioni coadiuva l’evento che, per grandezza, richiede impegno in campi quali la sicurezza, la logistica e la collaborazione di tutti è necessaria.

È UNA FIERA DEL BIOLOGICO che sceglie con cura gli espositori. Il disciplinare è estremamente rigoroso il disciplinare e si paga un modesto biglietto d’ingresso per accedervi. Meglio venire in treno, perché i parcheggi si riempiono in fretta.

Biofera è una festa di balli, canti, suoni, laboratori per grandi e piccini, con una ricca serie di incontri, dibattiti, presentazioni di libri ed esperienze nelle varie branche della medicina naturale, del mondo del benessere olistico, del vivere biologico più autentico e naturale. Ogni anno la fiera sceglie uno dei quattro elementi vitali. “Aria-acqua-terra-fuoco”, e su questo fonda il cuore degli eventi.

Ogni singolo banchetto, ogni intervento musicale, ogni gioco per bambini sono curati in una cornice coerente. I soci della Cumpagnia di nost sono in costume locale e vigilano per la riuscita dell’evento.

L’IMPRONTA TIPICA della Biofera, «fera» poiché in dialetto si dice così, è glocal e rivendicata in quanto tale. Il Gazetin de la Biofera, stampato in rosa sulla scorta della Gazzetta dello Sport, contiene l’essenza di ciò che la Biofera in quella determinata edizione offre. Il linguaggio e l’iconografia sono scelti con cura e mostrano una visione determinata della festa. Basta venirci qualche volta, fermarsi e girare per le bancarelle per rendersi conto di quanto di bello si sta vivendo. Altre fiere, più recenti, le si avvicinano, come quella delle piante e degli animali perduti a Guastalla, nell’ultimo fine settimana di settembre.

FIN DALL’INGRESSO si viene proiettati in un mondo coerente: i padiglioni hanno il loro stile, come pure i banchetti in legno, le decorazioni, le installazioni e gli spaventapasseri. Gli espositori arrivano da ogni parte d’Italia: sono artigiani, agricoltori, piccoli editori indipendenti e d’arte. C’è il microbirrificio e la produttrice di canapa, il produttore di sidro e di giocattoli in legno o l’apicultore.

La ristorazione è biologica, vegana o tradizionale di qualità, in ampi tendoni che permettono di mangiare tranquillamente. I bambini sono intrattenuti dai giochi di una volta e possono scegliere tra arrampicarsi su un albero o seguire il percorso dei pompieri, salire sulla giostrina o tirare palle ai barattoli. Per chi desidera, si possono trovare operatori della salute e massaggiatori shiatsu.
Alla sera, chi desidera ballare trova gruppi che eseguono brani adatti e i balli popolari hanno la loro parte importante nella festa. C’è anche un palo della cuccagna e si cimentano squadre provenienti da ogni dove. Alla sera si accendono i fugarei, i fuochi lungo la Ravella e lo scenario è suggestivo.

TUTTO IL COMPLESSO DELL’ANTICA VILLA MEDA è interessato dall’evento, salette a parte ospitano i dibattiti e i laboratori, la Biblioteca è aperta e ospita un mercatino di libri dismessi.

Tradizione vuole che alla Biofera non piova mai. San Miro, molto affezionato ai luoghi, veglierebbe sulla buona riuscita della festa. In effetti chi scrive, partecipando da molti anni a questa manifestazione con l’associazione Civiltà Contadina, solamente una volta in sedici anni ha dovuto affrontare nubifragi continui.
La Biofera rallegra settembre, così come la Giubiana riscalda gennaio, ultimo giovedi del mese. Per gli abitanti della valle è un evento imprescindibile.

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