Minerbe, paesino di 4500 anime a una quarantina di chilometri a sud-est di Verona, al confine con la provincia di Padova. Nella scuola primaria Zanella una bambina, figlia di immigrati, qualche giorno fa in mensa riceve per pranzo solo una scatoletta di tonno e un pacchetto di cracker. I suoi compagni, confusi, mangiano le consuete pietanze, ma lei no, perché il sindaco Andrea Girardi ha deciso così, in barba ad ogni principio di umanità. La motivazione? I suoi genitori non hanno provveduto a pagare la retta scolastica. Il primo cittadino, eletto con l’appoggio della Lega nel 2016, ha pertanto voluto dare un segnale forte. Quello di umiliare, di fatto, l’incolpevole bambina, che quando ha ricevuto il trattamento diverso da quello dei suoi compagni ha cominciato a piangere disperata. E non poteva essere altrimenti. Forse non era quello l’intento del l’amministratore, ma di certo l’effetto poteva essere previsto, immaginato. E quindi evitato. «Ho voluto solo tutelare la correttezza di chi ha sempre pagato con regolarità» si è giustificato Girardi. E chissà quanto si saranno sentite effettivamente «tutelate» da questo gesto le famiglie che si sono sempre prodigate nel pagare la retta!

Parliamo di uno scenario desolante. Che fa il paio, per certi versi, con quello avvenuto a Lodi, in Lombardia, nel dicembre 2018 quando il sindaco Sara Casanova, anche in quel caso di provenienza leghista, prese un provvedimento simile nei confronti di alcuni bimbi stranieri. Un comportamento, quindi, che rientra sostanzialmente in quello che possiamo definire «schema-Lega» e che non dobbiamo e possiamo in alcun modo giustificare. I bambini non dovrebbero mai essere puniti per le colpe dei genitori, ammesso che ce ne siano. Un’amministrazione dovrebbe difendere sempre e in ogni caso i più deboli e in questo caso l’anello più fragile della vicenda è rappresentato senza dubbio dalla bambina.

Il comportamento “latitante” dei suoi genitori, che non hanno risposto alle numerose sollecitazioni ricevute anche solo per richiedere le esenzioni di rito, non giustifica in alcun modo le scelte di un sindaco che, quando è stato interpellato, ha invocato regole di correttezza e buon senso, che però in questo caso non si sono certo viste. Anzi, tutt’altro. C’erano molti altri modi per risolvere la questione, ma si è scelto, purtroppo, di utilizzare quello più odioso.
Insomma, una storia in cui gli adulti hanno perso su tutta la linea, almeno fino a quando non è arrivato l’eroe che non ti aspetti. Il calciatore dell’Inter Antonio Candreva, infatti, nella serata di lunedì ha chiamato direttamente Girardi e si è offerto non solo di pagare la retta per la mensa alla bimba, ma anche di sanare tutte le altre eventuali situazioni pendenti. Un gesto di grande generosità, che se non ha messo a tacere le proteste, ha quantomeno risolto la controversa situazione. Almeno fino al prossimo analogo episodio.