Il ministro del lavoro Poletti e il sottosegretario De Vincenti si sono impegnati a confrontarsi con l’«Alleanza contro la povertà», la rete di organizzazioni e associazioni di cui Caritas è capofila, per elaborare un «Piano nazionale di contrasto all’esclusione sociale» che dovrebbe essere finanziato dalla legge di stabilità. La misura a cui Poletti ha attribuito un «cambio di passo» dovrebbe essere il Sia, il sostegno all’inclusione attiva, attualmente in fase sperimentale in 11 città che De Vincenti intende «irrobustire» allargandolo ad altre realtà territoriali e dotandolo di maggiori risorse. Una cosa è chiara: non si tratta del reddito minimo. L’attacco brutale di De Vincenti ai Cinque Stelle, la cui politica è stata definita «cialtronesca» la dice tutta: «Siamo tutti buoni a dire 10,20 30 miliardi, reddito di cittadinanza a tutti. Non ha nulla a che fare con la lotta alla povertà». Un’uscita che svela l’intento del governo di mettere all’angolo l’M5S, attaccando le sue proposte di finanziamento del reddito. Proposte deboli visto che nella conferenza stampa al Senato della settimana scorsa Luigi Di Maio si è limitato a elencare un astratto elenco di tagli alle forniture di beni e servizi alla P.A, mentre si tratterebbe di prefigurare una coraggiosa riforma del Welfare (nazionale e europeo) in senso universalistico. C’è stata anche una polemica del direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, sul modo in cui i Cinque Stelle hanno enfatizzato l’elogio alle forze politiche che si battono per il reddito minimo: «In un momento in cui il dibattito politico si infittisce di proposte e commenti che spesso assolutizzano il reddito di cittadinanza, Caritas ribadisce che a suo avviso invece bisognerebbe approfondire le proposte di reddito minimo che coinvolgono molti soggetti sociali. A cominciare dal Reis». In realtà la dichiarazione del capogruppo al Senato Gastaldi è sembrata sobria, limitandosi a definire i pentastellati «capofila di un processo legislativo in corso». Il problema è generato da un equivoco che continuiamo da mesi a denunciare: quello dei 5 Stelle non è un reddito di cittadinanza ma un reddito minimo. «I numeri per fare la legge sul reddito minimo ci sono – ha detto Arturo Scotto (Sel) Renzi dica finalmente una parola chiara su questa proposta».