Mazzette, favori, l’accettazione incondizionata di un mondo retto dalla corruzione: il sistema di potere che riduce all’impotenza il singolo – e soprattutto chi cerca di non conformarsi alle sue storture – è l’antagonista invisibile di Reza, allevatore di pesci rossi in un piccolo paese dell’Iran protagonista di Lerd, A Man of Integrity di Mohammad Rasoulof, che – dopo l’esordio in Un Certain Regard allo scorso Festival di Cannes, dove ha vinto il premio come miglior film – verrà presentato in anteprima italiana al Festival dei diritti umani di Milano (dal 20 al 24 marzo).

Determinato a non sottomettersi alle prevaricazioni, Reza conduce una strenua battaglia per non cedere la sua fattoria – ma neanche i suoi princìpi morali: stabilitosi in provincia con la famiglia proprio per poter condurre una vita tranquilla e senza compromessi, viene però perseguitato da una misteriosa Compagnia intenzionata ad acquistare la sua proprietà e che lo fa vessare da uno scagnozzo – Abbas – devia la sua acqua, gli avvelena i pesci…

Per uscire dall’incubo Reza dovrebbe fare ciò che tutti quelli che lo circondano hanno ormai da tempo accettato: pagare, corrompere, sottomettersi. Nel corso del film Rasoulof tende la sopportazione del suo protagonista ben oltre il punto di rottura, ne osserva senza tregua la crescente frustrazione e impotenza, all’interno di un racconto morale teso proprio a denunciare la struttura di potere che opprime non solo Reza ma l’intero paese, simboleggiata da quella compagnia senza nome che allude non troppo velatamente allo stesso governo iraniano.

La sopraffazione è anche naturalmente quella sulla terra, sull’acqua, l’ambiente: il tema protagonista di questa nuova edizione del Festival dei diritti umani, che con la sua selezione di film di fiction e documentari racconta proprio il progressivo deterioramento del nostro pianeta a causa dell’intervento umano.

In programma anche Petit Paysan – un eroe singolare di Hubert Charuel, il disastro nucleare giapponese raccontato dalla scrittrice e regista tedesca Doris Dörrie in Greetings from Fukushima, Grain di Semih Kaplanoglu e il film d’animazione Psiconautas, los niños olvidados di Pedro Rivero e Alberto Vazquez.
Nella selezione dei documentari, curata da Sole Luna Doc Film Festival, ci saranno tra gli altri La Ville Engloutie del collettivo ZimmerFrei, La Terre Abandonnée di Gilles Laurent – anch’esso incentrato sulle conseguenze di Fukushima – e The Last Nomads di Hamdi Ben Ahmed, su una tribù nomade algerina.