Gli affari prima di tutto. L’Egitto, secondo la Banca Mondiale, ha fatto i compiti a casa: il prestito da tre miliardi di dollari in tre anni arriverà presto nelle casse del Cairo. Lo ha reso noto giovedì il ministro egiziano della Cooperazione Internazionale, Sahar Nasr: a breve il paese incasserà il suo primo miliardo. Il via libera è giunto dopo l’approvazione da parte del nuovo parlamento egiziano (eletto alla fine dello scorso anno) delle leggi economiche emesse per decreto presidenziale. Manca ancora la ratifica finale del piano economico governativo, ma Il Cairo assicura una procedura rapida e indolore.

A dicembre era stata la Banca Mondiale a discutere del prestito: le riforme sono state implementate, eliminando ogni ostacolo al prestito. Ovviamente si parla di riforme economiche e istituzionali; occhi chiusi sulla situazione drammatica delle libertà civili e politiche dei cittadini egiziani. Ma anche sulle loro condizioni economiche: il divario tra centro e periferia e il mancato sviluppo delle zone rurali pesano sulle classi più basse, mentre continuano a calare gli introiti legati al turismo. Ma Il Cairo ha un asso nella manica: le risorse energetiche, dopo la scoperta di un consistente giacimento di gas da parte dell’Eni. Un altro motivo per l’Italia a mantenere ottimi rapporti con il generale al-Sisi