In porto non è rimasta nemmeno un giorno: la nave-cargo saudita Bahri Yanbu è attraccata a La Spezia ieri mattina per ripartire nel pomeriggio. Partita da Baltimora (secondo Opal con a bordo materiali bellici), nello scalo ligure ha scaricato un elicottero destinato ai Vigili del Fuoco.

Non è noto né il contenuto né il mittente delle circa 40 casse che sarebbero state imbarcate sulla Bahri Yanbu. Secondo fonti da noi sentite al porto, però, l’ingente presenza di forze dell’ordine durante le operazioni di sbarco e imbarco fa pensare alla possibilità che, oltre alle 40 casse stoccate nello scalo da alcuni giorni, a bordo possa essere salito anche materiale arrivato in porto direttamente ieri (dunque non stoccato per motivi di sicurezza), eventualità che però non è possibile confermare.

Ma il viaggio italiano non si ferma: la Bahri Yanbu è diretta a Genova dove arriverà all’alba di oggi. Nel porto del capoluogo ligure non caricherà armi: lo sciopero nel giugno 2019 dei camalli genovesi, da decenni impegnati contro la guerra (loro le denunce documentate del materiale bellico presente sulle navi della saudita Bahri), aveva ottenuto un’importante vittoria, mai più armi imbarcate a Genova. Proprio per questo, come porto di riserva è stato scelto quello di La Spezia, distretto industrial-militare.

Resta aperta la questione sul silenzio della politica intorno a una flotta pendolare che da anni fa costantemente scalo nei porti italiani, spesso con a bordo armi (come dimostrato in passato) destinate a un paese, l’Arabia saudita, impegnato in una brutale guerra contro lo Yemen. In violazione della legge 185/90 che vieta non solo il carico di armi, ma anche il mero transito.