La Alan Kurdi si sta dirigendo verso le coste siciliane per ripararsi dal maltempo e si trova ormai davanti all’isola di Pantelleria. A bordo ci sono 149 naufraghi tratti in salvo lunedì. Una persona è stata evacuata d’urgenza nella notte tra mercoledì e giovedì dalla Guardia costiera italiana. Le condizioni a bordo sono sempre più difficili.

BÄRBEL BEUSE, capitana della nave della Ong tedesca Sea-Eye, ha chiesto rifornimenti di cibo, medicinali e carburante alle autorità italiane. Ieri ha ricevuto un doppio no: da Roma e da La Valletta. «Dobbiamo sottolineare che la nave ha bisogno di cibo entro le prossime 48 ore» ha affermato ieri Beuse, in un comunicato diffuso da Sea-Eye intorno all’ora di pranzo. La situazione a bordo inizia a diventare tesa perché l’imbarcazione non può fornire alloggio a tempo indefinito per le persone salvate.

IL CENTRO DI COORDINAMENTO del soccorso marittimo (Mrcc) di Brema ha negato competenza sul caso. In una risposta agli omologhi italiani afferma che secondo la legge tedesca può intervenire solo nella zona Sar (di salvataggio e soccorso) tedesca e che, in base alle convenzioni internazionali, fuori da quello spazio può solo lanciare l’allarme verso le imbarcazioni che si trovano nell’area dell’eventuale imbarcazione in pericolo. «Non possiamo eseguire funzioni di polizia specificamente nei confronti di navi con bandiera tedesca», dice l’Mrcc di Brema in una comunicazione pubblicata da Sea-Eye.

NEL FRATTEMPO anche Malta ha dichiarato i suoi porti non sicuri. «Non si può escludere che vi sia stato un effetto di imitazione – afferma il senatore Gregorio De Falco, ex M5s e ora nel gruppo misto – Se L’Italia ritiene che sulla base della pandemia i suoi porti non sono sicuri, possono dirlo tutti gli altri Stati costieri. È questo l’assurdo: con un simile principio non esiste un posto dove mettere piede a terra». Un’analoga decisione è stata presa dalla Libia, ma in questo caso la motivazione sono i bombardamenti che stanno colpendo Tripoli. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha denunciato che da mercoledì sera nel porto della capitale ci sono 280 persone a bordo di una motovedetta libica, catturate mentre tentavano di raggiungere l’Europa e ora senza il permesso di sbarco. Ieri pomeriggio il ministro dell’Interno del Governo di accordo nazionale guidato da Fayez al-Sarraj ha denunciato l’interruzione della fornitura di acqua potabile della città da parte delle forze del generale Khalifa Haftar.

A POZZALLO, intanto, un ragazzino di 15 anni sbarcato nei giorni scorsi è risultato positivo al Covid-19. Era arrivato a Lampedusa il 6 aprile e giovedì era stato trasferito nell’hotspot del paese in provincia di Ragusa, dopo un passaggio a Porto Empedocle. La procura ha aperto un’inchiesta. Il 15enne era giunto sulle coste italiane a bordo di un «barchino», in autonomia. Proprio uno di quei casi su cui nulla può il decreto interministeriale sui porti «non sicuri», che comunque non risulta ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale, e su cui avevano richiamato l’attenzione i deputati e senatori della maggioranza che non sono d’accordo col provvedimento. Hanno firmato un appello in cui chiedono, invece di «chiudere i porti», di «attivare protocolli sanitari adeguati» per chi sbarca, in qualunque forma, con l’obiettivo di coniugare la sicurezza dei rifugiati e la salute delle comunità costiere.