Presentata ieri nella sede della Fnsi, la prima «Indagine sulle molestie sessuali nel mondo dei media» con dati che fanno riflettere sullo stato di salute delle relazioni tra i sessi nell’ambito del giornalismo italiano. L’esito dei questionari (i completati e restituiti in forma anonima sono stati 1132 su un totale di 2775) è preoccupante e grave: l’85% delle giornaliste – che lavorano in tv, radio, agenzie, quotidiani e online – dichiara di aver subito, nel corso della vita, molestie sessuali; negli ultimi 5 anni quasi il 70%. L’intenzione dello studio, pensato dalla commissione Pari Opportunità della Federazione nazionale della stampa (in collaborazione con Casagit, Inpgi, Usigrai e i patrocini di Agicom e Odg con la sapiente consulenza di Linda Laura Sabbadini) era quella di rilevare quanto accade nel mondo del giornalismo italiano femminile e in che misura le molestie, fisiche, verbali o eventuali violenze siano presenti o si siano verificate.
Inviti, richieste e pressioni coprono il 51,9% delle molestie ricevute durante il corso della vita, l’80,7% sono invece ascrivibili a battute e sguardi, mentre intorno al 35% risultano i ricatti sessuali con la specifica di chi, tra le giornaliste, si trovava allora in una condizione di precariato. Altro dato serio è che, nella maggior parte dei casi, le molestie sono state subite all’interno della redazione alla presenza di altri colleghi – perlopiù di pari livello – e da parte di diretti superiori, di età tra i 50 e i 60 anni. Nell’80% dei casi, chi ha assistito non è intervenuto. Quasi il 100% dei casi non sono stati denunciati per varie ragioni, perché l’episodio era isolato oppure per «l’inutilità» di rivolgersi alle vie legali. A leggere le 44 pagine dettagliate, emerge un clima almeno connivente in cui vengono sdoganate pratiche di prevaricazione ai danni delle donne. Una «questione maschile» piuttosto ingombrante da discutere e prendere in considerazione al più presto, ci si augura.