Dai sosia di Liz Taylor e Pavarotti, passando alla vamp di bianco vestita con una stravagante composizione di cd montati su un baschetto viola, tanti curiosi e fan a caccia dell’ultimo selfie con i cantanti che escono dal teatro dopo le prove. Sanremo brulicante di folla e security appostata ogni dieci metri, attende stasera l’atto conclusivo della settantesima edizione del festival, baciata anche nella puntata dei duetti da grandi ascolti: più di 8 milioni di spettatori con un picco di oltre 14 durante i quaranta minuti del monologo di Benigni. Favoriti per i bookers Gabbani, Le vibrazioni e Piero Pelù, ma molte scommesse si vanno concentrando nelle ultime ore su Elodie e Diodato.

La penultima serata è stata all’insegna delle nuove proposte che hanno visto Tecla (8 marzo) prevalere su Marco Sentieri (Billy Blu) e Leo Gassman (Vai bene così) superare per una infinitesimale percentuale (50,1) il trapper Fasma (Per sentirmi vivo). Il televoto – dopo un siparietto tra Amadeus e Fiorello travestito da coniglio che canta un azzardato medley dove sovrappone Montagne verdi di Marcella a Generale di De Gregori – proclama vincitore Leo Gassman. Annunciato anche il Premio della Critica Mia Martini, sempre nella categoria Nuove Proposte, dove si sono affermati i torinesi Eugenio in via di Gioia (40 voti), seguiti da Gassman (25) e Tecla (18) che si aggiudica il Premio Lucio Dalla.

Ma dietro le quinte è esplosa la polemica: Fiorello ha attaccato Ferro che l’aveva accusato in diretta tv di aver ritardato la sua esibizione mercoledì sera, lanciando un hashtag: «Non è giusto darmi del permaloso come se mi fossi arrabbiato per nulla, accetto le critiche, ma Tiziano Ferro ha fatto una cosa che non si fa. Dopo che ha lanciato sul palco l’hashtag #fiorellostattezitto, ho ricevuto insulti tremendi per 24 ore» si sfoga Fiorello con Selvaggia Lucarelli che pubblica la conversazione in un articolo su «Tpi News».

«Tiziano Ferro tu lanci un hashtag dal palco di Sanremo e sai cosa scateni, come se poi fosse colpa mia se ci sono 50mila ospiti e si fa tardi la sera. Noi parliamo tanto di cyberbullismo e non valutiamo le conseguenze? C’è un vigile che si è suicidato in questi giorni per gli attacchi sul web». Dice ancora Fiorello: «Forse è sbagliato chiamare i giornalisti, io non la volevo questa polemica, non mi interessa, ma non posso passare per permaloso per questo, è una cosa troppo seria». E chiosa: «Se non volevi fare qualcosa dopo ti deve dispiacere, perché scateni violenza, abbiamo delle responsabilità nei confronti dei nostri figli, c’è gente debole, che si butta dalla finestra, io sono io, non me ne frega niente, però c’è chi non regge. Tiziano deve capire, deve crescere anche lui. Io sono stato male per gli insulti». Ma siamo a Sanremo e tutto non può che finire a tarallucci e vino: al termine delle prove Fiorello e Tiziano Ferro hanno posato per una foto abbracciando, al centro, Amadeus con l’hashtag #fatevenarisata, e insieme hanno cantato Finalmente tu.

RAI 1 raccoglie il successo e ragiona sul futuro – un affarone dal punto di vista pubblicitario con una raccolta da record. Si parla di bis ma il neodirettore della rete Stefano Coletta frena: «Ci incontreremo a Roma dopo il festival, e capiremo bene il da farsi». La nuova governance di Rai1 si rispecchia anche nell’exploit dello stesso Coletta verso Antonella Clerici che venerdì ha affiancato alla conduzione Amadeus: «Trovo che sia una bestemmia che non sia presente su Rai1 da un po’ di tempo: è una donna non solo legata a un registro ludico, ma anche donna autorevole, e quindi credo che debba tornare nei volti, nelle conduzioni, nei riferimenti delle persone». Il siparietto – suggellato dalle lacrime in diretta tv dall’ex conduttrice della Prova del cuoco – è chiaramente indirizzato alla Lega che l’aveva messa in naftalina, ma è anche il segnale di una lotta per le poltrone ancora in corso.

Da Gabbani, che nella serata dei duetti si è esibito sulle note de L’Italiano di Toto Cutugno, l’inno nazional popolare per eccellenza, travestito da astronauta – e accogliendo sul palco nel finale del pezzo un gruppo di ragazzi di varie etnie – arriva il messaggio che non ti aspetti: «Non è una vera presa di posizione politica ma è il mio modo di intendere il senso di libertà e il fatto che siamo tutti cittadini del mondo. Senza distinzioni né razze, mi sembrava giusto segnalarlo proprio sul palco del festival».

DIODATO – tra i favoriti con Fai rumore – di politica invece parla direttamente. L’artista pugliese da tre anni è fra gli organizzatori del Concertone del 1 maggio a Taranto ribadisce: «È un evento che serve per parlare dell’Ilva, come una grande cassa di risonanza. L’intento è quello di far sentire i tarantini meno invisibili: che siano artisti che siano politici o che siano persone importanti tu ti senti un po’ più considerato e forse non accetti di farti calpestare in quel modo. Lo rifarò anche quest’anno, non ho dubbi».