“La Padania chi?”. Il ministro dell’integrazione ha risposto con una battuta all’ennesima campagna razzista della Lega contro di lei. Il quotidiano del Carroccio ha pubblicato un’apposita rubrica intitolata “Qui Cécile Kyenge” con gli appuntamenti giorno per giorno del ministro proprio accanto al tradizionale spazio “Qui Lega territorio” dove vengono segnalati gli incontri pubblici degli esponenti leghisti. I giornalisti del Carroccio hanno copiato l’agenda di Kyenge dal sito del governo, dunque formalmente non hanno fatto altro che divulgare ciò che è già pubblico. Ma è evidente che l’iniziativa è un’istigazione all’odio razziale che rilancia la campagna anti-Kyenge in corso da mesi. L’ultimo atto sabato scorso a Brescia con una triplice manifestazione organizzata da Lega, Fratelli D’Italia e Forza Nuova culminata con provocazioni e insulti che hanno reso necessario l’intervento della polizia. La prossima contestazione è già stata programmata sabato prossimo a Milano dove Kyenge è attesa a Palazzo Reale per un incontro sui rom. Lo ha annunciato Igor Iezzi, segretario provinciale del Carroccio e consigliere comunale a palazzo Marino.

“Gli attacchi alla mia persona continuano ma non credo che mi fermeranno. È un progetto di vita – ha detto Kyenge alla presentazione del libro che raccoglie gli insulti al primo ministro nero della Repubblica – la politica si deve alzare tutta, perchè altrimenti si uccide la democrazia. Gli insulti ad un ministro sono in realtà insulti all’Italia, dobbiamo far capire che sono attacchi ai fondamenti della nostra civiltà”. La provocazione della Padania ha scatenato l’indignazione della sinistra e del Pd, a partire dal suo neo segretario che in diretta su Twitter ha definito la campagna anti-Kyenge “inqualificabile”.

“La decisione del quotidiano leghista è gravissima, ai limiti dell’intimidazione. Prima di verificare altre strade, chiediamo alla Lega di intervenire sul proprio giornale – hanno subito reagito i senatori Pd Mauro Del Barba e Roberto Cociancich – Le manifestazioni di piazza organizzate, non a caso a braccetto con Forza Nuova, stanno degenerando. Contro il ministro è in atto una polemica che non esistiamo a definire di stampo razzista”. La direttrice del giornale leghista, Aurora Lussana, ha risposto dando una giustificazione risibile dell’iniziativa e rivendicando gli attacchi alla Kyenge: “Sono nove mesi che fa pellegrinaggio filo-immigrazionista in lungo e in largo per l’Italia e i nostri lettori vogliono essere informati sulle sue iniziative”. Non contenta si è dimostrata quasi offesa per la mite reazione di Kyenge: «Siamo un piccolo giornale di opposizione e l’opposizione va rispettata. Anche perché lei è una rappresentante del governo e per di più si mostra così attenta al tema delle discriminazioni». Come se le contestazioni razziste fossero rispettose. Ancora più sprezzante il segretario leghista Matteo Salvini: “I senatori Pd sono ridicoli e ignoranti. Non abbiamo diffuso dati segreti o privati, ma gli eventi, pubblici, di un ministro. È giusto che tutti i cittadini, che le pagano lo stipendio, sappiano come questa signora spende i loro soldi. È evidente che il Pd si vergogna del suo ministro”.

Come se non bastasse, anche in Senato il capogruppo leghista Massimo Bitonci si è scagliato contro Kyenge con parole intrise di odio razziale: “La Kyenge non sa cos’è l’integrazione, non sa niente di niente, vuole favorire la negritudine come in Francia, ma noi possiamo farne a meno”. Subito gli ha risposto Anna Finocchiaro (Pd). Il coro delle dichiarazione indignate comprende anche Nichi Vendola intervenuto su Twitter: “I razzisti nostrani pensano di essere nell’Alabama o nel Mississippi di mezzo secolo fa o nel Sudafrica dell’apartheid…Qualcuno gli dica che siamo nel terzo millennio e in un Paese civile, nonostante loro». C’è anche chi, come il vicepresidente dell’assemblea nazionale del Pd Sandro Zampa, non esclude l’intervento della magistratura. Khalid Chouki, il parlamentare che a Natale ha deciso di restare chiuso nel centro di Lampedusa con i migranti, ammonisce: «La becera propaganda leghista che strizza l’occhio ad altri movimenti xenofobi europei non può e non deve avere cittadinanza nel nostro Paese”.