In Argentina, il parlamento ha votato una legge importante, che impedisce di vendere le azioni delle imprese statali alle imprese private senza il consenso dei due terzi dei deputati e dei senatori. La legge è passata con 127 voti a favore e 84 contrari. Stabilisce che le azioni del Fondo di Garanzia e Sostenibilità, che amministra la Anses (Amministrazione Nazionale della Previdenza Sociale) dopo il ritorno nelle mani dello stato del sistema pensionistico, potranno in futuro essere vendute solo con un consenso condiviso dai due terzi delle camere. Un risultato ottenuto con l’appoggio del campo governativo – il Frente para la Victoria (Fpv) e dei suoi alleati del Frente Civico de Santiago del Estero, del Partido Solidario Si e del Movimiento Popular Neuquino.

La maggioranza dell’opposizione si è pronunciata contro, con qualche significativa astensione (deputati di Unidad Popular e del Frente de Izquierda). Per il governo Kirchner, si è trattato di un forte segnale: «un cambiamento fondamentale che conclude un ciclo iniziato negli anni ’90 durante il quale lo Stato ha cominciato ad accumulare un passivo sfociato poi nella crisi del 2001». Un segnale – ha sostenuto il governo – anche per quanti accusano la gestione kirchnerista di essere corrotta fino al midollo, «mentre sta facendo di tutto per rafforzare lo Stato e preservarlo dai processi di indebitamento rimettendo le decisioni nelle mani della sovranità popolare». La legge è passata dopo quasi sei ore di discussione in una sessione speciale. Ora è in campo una proposta del Frente para la Victoria per creare una Commissione bicamerale di identificazione delle complicità economiche e finanziarie durante la dittatura militare (1976-1983).

In vista delle presidenziali del prossimo 25 ottobre, a cui nonostante il gradimento alto non può più ripresentarsi, Cristina Kirchner sta accelerando i segnali positivi per consolidare il consenso a sinistra. Se il suo campo riuscirà a far eleggere il più moderato Daniel Scioli, avrà bisogno di contare su una base convinta, capace di rimettere in equilibrio la sbarra verso le politiche sociali.

Sul piano internazionale, il governo ha dato buona prova di sé tessendo le necessarie alleanze contro la speculazione dei fondi avvoltoio: fino al recente pronunciamento dell’Onu a favore di una iniziativa promossa da Kirchner per una serie di norme che agevolino la ristrutturazione del debito sovrano da parte dei paesi in crisi. Un quadro su cui pesano anche le parole del papa all’Onu contro lo strapotere finanziario a scapito dei paesi del sud. E d’altro canto, c’è anche da registrare un altro segnale positivo rispetto ai margini di manovra delle multinazionali. Un segnale di buon augurio per il prossimo vertice sul clima: le misure giudiziarie contro la maggior parte delle attività della miniera Veladero, a San Juan, che sono state sospese. E l’impresa canadese Barrick Gold ha riconosciuto di aver riversato oltre un milione di litri di liquido contenente cianuro nel fiume Potrerillos: ovvero quattro volte di più di quanto la grande impresa aveva dichiarato al governo di San Juan nel suo rapporto preliminare.

Intanto, è in corso il processo per far luce sull’attentato alla mutua ebraica di Buenos Aires Amia che, nel luglio del 1994 provocò 85 morti e 300 feriti. Un caso mai chiarito che sta portando in luce interessi di potere e appetiti internazionali, coperti da innumerevoli depistaggi. Una vicenda giudiziaria tornata prepotentemente sulla scena politica dopo la misteriosa morte del giudice Alberto Nisman: trovato cadavere nel suo appartamento dopo aver minacciato di portare la presidente in tribunale, accusandola di aver coperto la «pista iraniana» nell’attentato su cui indagava. A fianco del giudice, è emersa l’influenza oscura di un uomo dei servizi, legato agli Usa, a Israele e alla passata dittatura: Antonio Stuiso, ora sotto processo anche per torture ai testimoni del caso.