Si era detto dell’incontro storico dello scorso 27 aprile; ma anche a causa di Donald Trump Moon Jae-in e Kim Jong-un si sono di nuovo incontrati, a sorpresa, al confine tra i due paesi. Il motivo è evidente, per quanto il summit di due ore non fosse affatto scontato: la lettera con cui Trump era parso affossare il meeting di Singapore ha riattivato una girandola diplomatica incredibile. Così i due leader coreani hanno fatto il punto, di cui scopriremo i dettagli solo questa mattina, quando Seul e Pyongyang renderanno pubblico un report. Intanto, si registrano altri dettagli positivi sulla possibilità che Trump e Kim si incontrino, come previsto e annunciato ormai un paio di settimane fa, a Singapore.

IERI WASHINGTON ha diramato un comunicato nel quale viene specificato che «La squadra della Casa bianca per Singapore partirà come da programma allo scopo preparatorio nel caso in cui il summit dovesse tenersi». Lo stesso Trump, dopo aver detto ai cronisti, fuggendo dopo alcune dichiarazioni ufficiali, che «ognuno fa il suo gioco», aveva lasciato intendere che le possibilità di incontrare Kim si erano improvvisamente riaccese.

MOON E KIM hanno sicuramente parlato della questione della denuclearizzazione, provando – vedremo se e in che modo – a scalettare questo processo affiancandolo anche a richieste nei confronti degli Usa. Non possiamo naturalmente conoscere i dettagli, ma mettendo in fila gli ultimi incontri potremmo azzardare qualche riflessione: Kim e il presidente cinese si sono incontrati per la seconda volta; a Trump questo «faccia a faccia» non è piaciuto.

Nonostante questo ha incontrato Moon e complice un doppio scambio di insulti e le probabili parole con cui Moon ha spiegato le richieste del nord, ha scritto la lettera con cui ha fatto saltare tutto. A quel punto Seul ha fatto sapere di essere molto contrariata, Pyongyang invece ha specificato di ritenere ancora valido l’incontro di Singapore. Trump dunque di è detto ancora una volta possibilista e ieri nuovo rendez vous tra Moon e Kim. Potrebbe essere l’ultimo tentativo per salvare il negoziato.