A questo punto la domanda è: fino a che punto si spingerà in là nelle provocazioni Kim Jong -un?

Dopo settimane di annunci, tagli di linee di comunicazioni, abrogazioni di armistizi, ieri Pyongyang ha annunciato di avere allertato le proprie basi missilistiche, dichiarandosi pronta a colpire gli Stati Uniti. Secondo fonti nordcoreane, Kim avrebbe dato l’ok al piano per i preparativi tecnici dei missili strategici dell’Esercito popolare nordcoreano, capaci, secondo Pyongyang, di colpire «in qualunque momento le basi sul territorio degli Stati Uniti, nei teatri operativi del Pacifico, compresi Hawaii e Guam e quelle in Corea del Sud».

L’ennesimo annuncio di una guerra imminente, è arrivato dopo una giornata in cui gli Stati Uniti, per fare capire di essere disposti alla strenua difesa del proprio alleato sud coreano, avevano inviato verso Seul i propri bombardieri nucleari per esercitazioni congiunte. Un segnale che Kim Jong un ha letto a sua volta come provocazione degli «imperialisti americani». La Cina – la nazione nella posizione più scomoda – ha di nuovo predicato tranquillità affinché la situazione possa risolversi in modo pacifico.
I B-2, sono i bombardieri più avanzati dell’arsenale Usa. Nei giorni scorsi hanno sorvolato la città di Osan, in Corea del Sud, sganciando munizioni fittizie nell’ambito dei «war games» concordati tra i due paesi. I bombardieri B-2 possono anche trasportare carichi nucleari e si è trattato della prima missione andata e ritorno Usa- Corea. Sarebbe stato il Presidente Barack Obama in persona ad approvare le azioni, su raccomandazione del segretario alla Difesa Hagel, preoccupato per l’escalation dell’area coreana e per la precisa richiesta di Seul di un gesto statunitense di «deterrenza estrema» nei confronti del Nord. «

Dobbiamo prendere sul serio ogni provocazione, ogni azione bellicosa e ogni minaccia anche a parole di questo giovane e nuovo leader» ha specificato il segretario Hagel. «Le azioni che hanno intrapreso e le parole usate da Kim non vanno verso l’assunzione di un rapporto responsabile», ha concluso. Il volo dei bombardieri americani, all’interno del piano Foal Eagle secondo i funzionari americani sarebbe stato una risposta alla precedenti minacce partite da Pyongyang. Secondo il segretario alla Difesa degli Stati Uniti i voli dei bombardieri avrebbero dovuto calmare la situazione: «La Corea del Nord deve capire che quello che sta facendo è molto pericoloso», ha chiosato Hagel.
Rimane da capire cosa stia alla base di queste provocazioni nord coreane. Ieri nella mattinata asiatica NKNews, un’agenzia di informazioni focalizzata sulla penisola coreana ha mostrato le foto di Kim Jong un intento ad approvare piani militari. Sullo sfondo un cartellone nel quale era scritto «piano di attacco contro gli Stati Uniti», con l’indicazione di alcune città come bersaglio di potenziali missili. Realtà o messa in scena?

È la domanda che si fanno tutti gli osservatori dell’area, in mancanza di informazioni precise proveniente da uno dei paesi più chiusi al mondo. Per gli esperti tuttavia Kim Jong-un starebbe semplicemente consolidando il proprio potere interno e le proprie credenziale come grande condottiero militare, perché non pochi specialisti hanno sollevato molti dubbi sulla tecnologia coreana, che non sarebbe in grado di lanciare missili balistici capaci di colpire il territorio americano.

Quello che più preoccupa è che con questa tensione ci possa essere il classico incidente in grado di provocare reazioni sconsiderate. Secondo quanto riportato dalla Yonhap, agenzia di stampa sudcoreana, ieri mattina un MiG-21 – jet da combattimento nord coreano – avrebbe volato molto vicino ai limiti dello spazio aereo sud coreano, conosciuto come Tactical Action Line (TAL). Sarebbe tornato alla base, mentre da Seul partiva l’ordine di attivare un KF-16, un aereo da combattimento. Per ora, sono solo giochi, ma pur sempre di guerra.