Un incontro poco pubblicizzato, specie in Cina, i cui media hanno diramato comunicati sull’incontro senza sottolineare l’aspetto più importante delle chiacchiere che sono intercorse.
Pyongyang, infatti, ha confermato al partner cinese che la propria strategia di sviluppo dell’arsenale atomico continuerà e non si fermerà. Un dato che di sicuro non ha fatto piacere a Pechino, che sull’argomento – anche di recente – si era già espressa con toni non esattamente concilianti nei confronti del giovane leader nordcoreano. Ri Su-yong, l’inviato del regime di Kim jong-un, ha infatti incontrato a Pechino i massimi vertici della Repubblica popolare cinese, compreso il presidente Xi Jinping.

Si tratta del primo meeting tra le alte sfere dei due paesi, dal momento dell’ascesa al potere sia del «brillante leader», sia del «presidente di tutto». Due uomini soli al comando, alle prese, seppure in modi diversi, con un partito da gestire. Kim ha appena chiuso il congresso del partito dei lavoratori in corea del Nord. Xi Jinping, che ha inviato una missiva per complimentarsi, è alle prese con un paese che sta cambiando e che esige importanti riforme.

Si tratta di un cambiamento storico che Xi Jinping cerca di manovrare, controllando al massimo gli spifferi del partito. Da questo ne consegue una stretta sia repressiva, tanto nei confronti dei membri del partito che sgarrano, quanto nei confronti del dissenso in generale, insieme a un impianto ideologico puntellato di recente dal presidente che ha chiesto una maggiore presenza degli studi marxisti negli atenei.

Per quanto riguarda l’incontro con il delegato da Pyongyang, svoltosi ne giorni scorsi, le agenzie di stampa cinesi hanno sottolineato il clima cordiale e «di amicizia», ma le bordate, dialettiche, sono arrivate dal fronte nord coreano. Ri ha consegnato un messaggio «orale» a Xi del leader Kim Jong-un basato sulla speranza che «la Corea del Nord possa lavorare con la Cina per rafforzare tra tradizionale amicizia bilaterale e mantenere la pace e la stabilità nella penisola coreana e nell’Asia del nordest» ribadendo però la volontà della leadership nordcoreana a proseguire nella corsa al nucleare.

La Corea del Nord – in pratica – ha confermato la propria politica «di sviluppo simultaneo dei due fronti mantenuta con costanza dal partito dei Lavoratori è invariata»: economia e nucleare. I media cinesi hanno preferito non fare menzione alcuna del riferimento al nucleare. Nei giorni che hanno preceduto l’incontro, la posizione cinese era stata riassunta dal quotidiano filo governativo Global Times: «Fin quando il Nord continuerà a tenere le sue ambizioni nucleari, le divergenze sul tema tormenteranno i rapporti bilaterali». Pechino avrebbe pure invitato Corea del Sud e Stati uniti a fare più sforzi. Gli Usa, intanto, hanno indicato la Corea del nord come la «preoccupazione primaria del riciclaggio di denaro» adottando altre sanzioni, mentre il Consiglio di Sicurezza ha condannato il test fallito fatto dal Nord martedì scorso.