Sembra ormai che la politica ucraina, forse in mancanza di qualsiasi successo in campo economico, si sia ridotta a bellicosi annunci contro la Russia.

Ieri è stata la volta del ministro ucraino delle infrastrutture, Volodymyr Omelyan, che ha detto ai cittadini ucraini che hanno parenti in Russia di richiamarli in patria, perché ci sarebbe «un ambiente migliore e più sicurezza». Un appello destinato a non trovare molto seguito visto che sono cinque milioni i migranti ucraini residenti in Russia. In gran parte babysitter e operai specializzati che contribuiscono all’economia dell’Ucraina con 600 milioni di dollari di rimesse l’anno. Difficile che rientrino in un paese dove il salario medio non raggiunge i 200 dollari.

A Omelyan si è aggiunto il ministero dei trasporti ucraino che ha annunciato che d’ora in poi anche le comunicazioni via autobus tra i due paesi verranno interrotte (quelle ferroviarie sono state chiuse in agosto e mentre non volano più sui cieli tra Kiev e Mosca aerei già dal 2015).

Resta disponibile a questo punto per il transito tra i due paesi solo il trasporto su gomma privato. «D’ora in poi passeranno il confine tra l’Ucraina e la Russia solo gli orsi», ha ironizzato Omelyan. Al ministro ha fatto eco il maggior generale dell’esercito ucraino Vasily Vovk: «Se siamo in guerra, allora vanno chiuse tutte le frontiere, bisogna impedire ogni transito tra noi e la Russia», ha proclamato.

Un approccio apparentemente scellerato visti i legami di parentele e amicizie che da sempre uniscono i due popoli. Ma poco comprensibile anche dal punto di vista economico. Proprio ieri l’istituto statistico ucraino Gossdat ha reso noti i dati sugli investimenti stranieri in Ucraina per il primo semestre 2018: la Russia è al primo posto, 436 milioni di dollari.

E persino il mondo della musica rock viene coinvolto nello scontro tra i due paesi slavi. Il cofondatore dei Pink Floyd Roger Water, già noto per la sua campagna in difesa del popolo palestinese, in occasione delle date del suo tour in Russia, ha concesso un’intervista alla Izvestja in cui non solo si è dichiarato contrario alle sanzioni alla Russia per il caso Skrypal ma ha anche giustificato l’annessione della Crimea alla Russia.

«So che Sebastopoli è molto importante per la Russia e per i russi. Ci sono molti accordi e documenti in cui si dimostra che la Russia ha tutti i diritti su questa città. Il cambio di potere in Ucraina, pianificato da Washington, ha semplicemente provocato la reazione di Mosca», ha dichiarato Waters. Per questo il governo di Kiev ha deciso di inserire il bassista britannico in una speciale «lista nera»: niente più passaggi televisivi e radiofonici per lui in Ucraina.