Dieci soldati russi sono stati catturati dai servizi segreti ucraini. Avrebbero sconfinato di almeno 20 chilometri nel territorio ucraino e sono stati arrestati nei pressi dell’area di Amvrosiivka, a una cinquantina di chilometri da Donetsk. Come a fare il pari con la processione di domenica dei prigionieri ucraini, da aprte dei filorussi, quattro dei parò russi fermatisono comparsi in televisione, interrogati dagli ucraini.

Secondo Mosca lo sconfinamento sarebbe avvenuto accidentalmente, per caso. I dubbi sul ruolo e le funzioni dei soldati russi arrestati, sono stati determinati anche dalle poche informazioni rese note su di loro dagli ucraini. Come mai solo dieci, ad esempio? Ce n’erano degli altri (secondo quanto sappiamo ad oggi i parà catturati facevano parte del 331/mo reggimento della 98/ma divisione aviotrasportata russa)? E che tipo di operazione stavano eventualmente conducendo sul suolo ucraino?

In una guerra in cui la propaganda mediatica la fa da padrona, fin dai primi giorni della protesta sulla Majdan e ancora di più in seguito all’annessione della Crimea alla federazione russa e allo scoppio della guerra civile, anche questo episodio sembra correre il rischio di rimanere in una sorta di vaghezza, quasi voluta.

Durante il loro passaggio televisivo, i militari russi hanno rilasciato dichiarazioni che non a caso convengono parecchio alla propaganda di Kiev. «Siamo gente semplice, loro ci dicono cosa fare, noi lo facciamo. Stiamo venendo qui come carne da cannone», ha confessato Artiom Milchakov, 19 anni. I soldati hanno raccontato di essere arrivati in treno, dopo la partenza da Rostov sul Don in Russia a metà agosto.

Avrebbero poi ricevuto l’ordine di cancellare i numeri dei blindati da usare in una non precisata esercitazione. «Ho capito di essere in Ucraina e che non erano esercitazioni quando hanno aperto il fuoco e danneggiato il mezzo blindato su cui mi trovavo», ha detto il caporale Ivan Romantsev. Alla domanda, se sia possibile ritrovarsi in territorio ucraino «a propria insaputa», i soldati hanno risposto di «No, perchè c’era tutta la compagnia». Infine i colpi più retorici: come verrete accolti in Russia, viene chiesto loro. «Non ci uccideranno, ma ci metteranno in prigione», non prima di avere ammesso che «in Ucraina c’è la guerra tra Ucraina e Russia».

Sul conflitto poche idee, ma chiare: «L’craina è indipendente e dovrebbe risolvere i suoi problemi internamente, senza che altri ficchino il naso dall’esterno». Fino all’appello finale, molto caro a Kiev, del sergente Alexiei Gheneralov: «Smettete di inviare qui i nostri ragazzi. Non è la nostra guerra, se non fossimo qui non sarebbe successo nulla. Sono gli ucraini che devono risolvere i propri problemi, il Paese deve essere unito. I mass media russi mentono sulla situazione in Ucraina».

La risposta russa a questo pessimo episodio, giunto poco prima dell’incontro a Minsk tra Putin e Poroshenko, è stata affidata ad una nota del ministero della Difesa di Mosca citata dall’agenzia di stampa Ria Novosti: «I militari facevano parte di una pattuglia impegnata lungo il confine russo-ucraino, lo hanno attraversato incidentalmente e per quanto ne sappiamo non hanno opposto alcuna resistenza al momento dell’arresto da parte delle forze militari ucraine». Tutto questo mentre da alcuni giorni nel conflitto ucraino, si è aperto anche il fronte meridionale. Una controffensiva che potrebbe creare un serio grattacapo a Poroshenko, perché rischia di dare vita ad una sorta di cordone, di fascia sul territorio controllato dai filorussi, capace di collegare le zone di Donetsk e Lugansk controllate dai filorussi, fino alla Crimea. In quel caso, gli sconfinamenti potrebbero essere molto di più e molto meno rintracciabili dai servizi segreti ucraini.

Sull’episodio sono intervenuti anche gli Stati uniti. «Le incursioni militari della Russia in Ucraina – la loro artiglieria, i sistemi di difesa aerea e i soldati – rappresentano una escalation significativa», ha scritto Susan Rice, consigliera della sicurezza nazionale di Barack Obama, sul suo profilo Twitter. «Le incursioni ripetute dalla Russia in Ucraina sono inaccettabili, pericolose e incendiarie», ha sottolineato Rice