Internazionale

Khaled al-Qaisi non può partire, ma si ricongiunge alla famiglia

foto Khaled El QaisiKhaled El Qaisi

Palestina Dopo il rilascio e il trasferimento da un garante, ieri il ricercatore italo-palestinese ha potuto incontrare la madre e il fratello. Il 30 ottobre nuova udienza. La moglie Francesca Antinucci: «L'ho finalmente sentito, mi ha detto che sta bene»

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 11 ottobre 2023

Khaled El Qaisi «sta bene e ringrazia tutti, singoli, organizzazioni, le diverse realtà e i rappresentanti delle forze politiche che, a vario titolo, hanno espresso solidarietà e vicinanza e che si sono spese e dedicate per la risoluzione della sua vicenda». Si apre così il comunicato pubblicato ieri mattina da Francesca Antinucci, moglie del ricercatore italo-palestinese scarcerato lo scorso primo ottobre, dopo un mese di detenzione arbitraria nel carcere di Petah Tiqwa, a Tel Aviv.

Negli ultimi otto giorni Khaled El Qaisi è stato a Betlemme, in casa di un parente che si è offerto di fargli da garante, senza documenti, possibilità di espatrio e di contatti con l’esterno. Ieri è stato reso ufficiale il suo ricongiungimento con la madre e il fratello, anche loro a Betlemme. «Ho finalmente sentito Khaled, mi ha detto che sta bene e che si sta rimettendo in forze», ci racconta Antinucci, che non sentiva il marito dal giorno del suo arresto.

Le restrizioni imposte dopo la sua scarcerazione, però, sono state estese fino al 30 ottobre. El Qaisi resta senza documenti e impossibilitato a muoversi da Betlemme. Al momento, comunque, è molto difficile per qualsiasi palestinese spostarsi dai territori occupati verso Israele.

«La situazione di Khaled – continua Antinucci – rientra in un contesto abbastanza complesso, visti gli accadimenti degli ultimi giorni. Mi riferiscono che a Betlemme, come in altre città e villaggi palestinesi, in ogni famiglia ci si sta attivando per riempire i bidoni dell’acqua, già “normalmente” carente e per fare rifornimenti alimentari. Mi riportano anche che sono state indette giornate di sciopero generale e che i checkpoint sono chiusi, che molti conoscenti che lavorano fuori Betlemme sono da giorni rimasti bloccati nelle città in cui lavorano, che il valico di Allenby è chiuso. Restiamo comunque vigili su tutte le evoluzioni. Nei prossimi giorni seguiranno eventuali aggiornamenti da parte della famiglia e del Comitato».

Il ritorno di Khaled El Qaisi a casa del fratello è una gioia per coloro che hanno seguito la sua storia.

Innegabile, però, è la paura che resti bloccato a Betlemme in una situazione sempre più tesa anche in Cisgiordania. «Con tutto quello che sta accadendo non possiamo far altro che aspettare con pazienza. È una circostanza surreale e inaspettata. Attendiamo come tutti gli altri che qualcosa si sblocchi e che si possa tornare ad una pseudo normalità», conclude Francesca Antinucci.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento