«È stato un primo giorno eccellente» ma «ci aspettano molti altri giorni e ci attendiamo che la cooperazione continui», diceva ieri all’Ansa un funzionario della missione congiunta dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) e dell’Onu per la distruzione delle prime armi, avvenuta due giorni fa. Dopo le lodi del segretario di Stato americano John Kerry – «Il processo è stato avviato a tempo di record e siamo molto grati alla Russia per la sua collaborazione, ma naturalmente anche alla Siria per la sua approvazione» – Bashar Assad incassa altre espressioni di apprezzamento per la collaborazione piena offerta dal suo Paese all’attuazione della risoluzione dell’Onu per il disarmo chimico della Siria. Meno di un mese fa, Barack Obama era sul punto di dare il via ad un attacco militare contro la Siria, per il presunto attacco chimico che le forze armate governative nella zona di Ghouta Est (Damasco) avrebbero compiuto il 21 agosto. Ora Kerry si mostra morbido verso Assad.

Se questo clima diverso sfocierà nella convocazione della conferenza Ginevra II di pacificazione della Siria, annunciata per la metà di novembre, è difficile prevederlo. Però le parole di Kerry hanno fatto irritare e non poco il premier turco Erdogan. Schierato dall’inizio al fianco dei jihadisti anti-Assad, Erdogan ha detto di «non credere» che Kerry possa avere fatto tali dichiarazioni. Qualche giorno fa era stato Assad ad avvertire il premier turco: «Finirà per pagare il suo sostegno ai terroristi», aveva detto in una intervista.

«Quello di ieri (domenica, ndr) – ha sottolineato il funzionario dell’Opac – è stato un eccellente primo giorno. Ma sottolineo la parola “primo”, perché molti altri giorni devono venire, così come altri traguardi». L’Advanced Team arrivato in Siria martedì scorso ha fatto finora il lavoro preparatorio e visitato un sito, cominciando la distruzione di alcuni materiali come contenitori e centraline, ma non ancora quella dei gas e delle sostanze chimiche, per le quali saranno necessari impianti specifici. La Siria nei giorni scorsi ha completato la lista con l’elenco dei siti del suo arsenale, con l’indicazione degli impianti e dei depositi.