Dai treni a nuovo capo del governo e del partito socialdemocratico (Spoe), il successore del poco amato Werner Faymann sarà il 50enne Christian Kern, direttore generale fino a ieri delle ferrovie di stato austriache (Oebb), una impresa in forte debito che era riuscito a risanare e rilanciare con grande successo.

Indubbie doti manageriali dunque, ma non solo. Per la prima volta come cancelliere viene scelto un personaggio esterno al palazzo che non ha mai ricoperto cariche politiche, ma si è sempre occupato di politica, fin da ragazzo.

Nato a Simmering, quartiere operaio di Vienna, da giovane «volevo diventare rivoluzionario, ma leggendo il diario del Che ho capito che comportava troppe privazioni e ho scelto la socialdemocrazia». È stato portavoce stampa di parlamentari della Spoe prima di occuparsi di imprese pubbliche.

Nell’attuale quadro di discredito totale dell’etablishment politico, come ha evidenziato brutalmente il primo turno delle presidenziali stracciando i due partiti tradizionali socialdemocratici e popolari, la distanza dalla ’nomenclatura’ politica è un punto che gioca a suo favore.

Sconosciuto al pubblico più vasto, Kern era balzato sugli schermi televisivi in autunno quando in Austria arrivarono centinaia di migliaia di profughi nelle stazioni diventate centri di prima accoglienza. Il capo delle ferrovie allora colpiva per l’empatia mostrata nei confronti dei rifugiati: servizi allestiti in stazione in collaborazione con le Ong, alloggi reperiti in tutti i locali e stabili delle Oebb, tutto il personale mobilitato in funzione umanitaria. «Ne sono orgoglioso – diceva – lo spirito umanitario viaggia in treno» lo slogan allora coniato dalle ferrovie.

Sulla locomotiva Kern punta ora la Spoe, partito come mai prima diviso e vicino al deragliamento sperando così di poter ripartire. Un primo indubbio successo di Kern è l’accordo trovato sul suo nome, in pochi giorni, uno per uno tra tutti i componenti del partito e il sindacato malgrado le posizioni agli antipodi difficilmente conciliabili.

Ripartenza verso dove? Non si sa quale sia la posizione attuale di Kern – quando in autunno circolava il suo nome era il «cancelliere del cuore» delle Ong – sui muri ai confini, a cominciare dal Brennero e le nuove restrizioni del diritto d’asilo. L’unica esternazione pubblica del nuovo leader, dotato di un certo carisma, sono le foto via tweet dal concerto rock dei Muse che hanno suonato a Vienna, «spettacolo molto cool, a 35 gradi». Terrà un discorso mercoledì quando verrà nominato ufficialmente cancelliere.

In gennaio quando il governo austriaco ha deciso un limite massimo di accoglienza di rifugiati Kern ha partecipato alla conferenza internazionale delle Ong schierate su posizioni opposte. In ogni caso il nuovo cancelliere e segretario Spoe dovrà vedersela con l’ala destra e dura del suo partito incarnato nel ministro della difesa Hans Peter Doskozil, pronto a mandare soldati intorno a tutta l’Austria. E ancor di più fare i conti con l’alleato di governo del partito popolare (Oevp) tutto sulla linea dura. Un’impresa ardua.

Per fortuna i piani austriaci di costruzione del muro lungo 370 metri al Brennero sono stati stoppati dagli uffici legali del Consiglio europeo.

I lavori in atto al passo del Brennero sono dunque stati sospesi.

Sul posto ieri si sono incontrati Alfano con il suo omologo austriaco Wolfgang Sobotka. Entrambi si sono mostrati in piena sintonia: «Abbiamo lavorato per impedire che i migranti arrivassero al Brennero e lavoreremo per dissuaderli. Chi pensa di venire qui per passare in Austria verrà riportato in Italia. I migranti devono sapere che avranno fatto una fatica invano», ha detto Alfano che in risposta ai dati diffusi in mattinata da Frontex, l’agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell’Ue, ha spiegato: «Non ci facciamo allarmare dai dati che ci paragonano alla Grecia, nel primo periodo di quest’anno abbiamo un dato sui flussi dei migranti che è pari a -13,7% rispetto all’anno scorso, che era a sua volta già inferiore al 2014».

Gli ha dato pienamente atto Sobotka riconoscendo a chiare lettere lo sforzo italiano: «Spero di poter continuare questa collaborazione col ministro Alfano».