In Africa il Covid-19 ha contagiato finora 476.509 persone di cui 227 mila ricoverate in strutture sanitarie, mentre le persone decedute sono 11.360. I Paesi più colpiti sono il Sudafrica con 196.750 contagiati, l’Egitto con 75.253 e la Nigeria con 28.711.

In Kenya i casi sono 7.886 (di cui 2.287 ricoverati) e i morti 160. Tuttavia, secondo un’indagine pubblicata dall’istituto di ricerca medica nazionale Kemri, basata sui dati dei keniani che hanno donato il sangue negli ultimi mesi sarebbero oltre 2,7 milioni i contagiati. Si tratta della proiezione di un campione di 2.535 donatori nel cui sangue si è ricercata la cosiddetta “proteina spike” del Covid-19.

IN OGNI CASO IL PRESIDENTE del Kenya, Uhuru Kenyatta, ha annunciato lo scorso 6 luglio una riapertura graduale del Paese. Sono state revocate le restrizioni di viaggio dentro e fuori le contee di Nairobi, Mombasa e Mandera. È stata annunciata la ripresa dei voli locali dal 15 luglio e di quelli internazionali dal primo agosto.

Anche i luoghi di culto riapriranno, ma potranno partecipare alle funzioni al massimo 100 persone e le celebrazioni non dovranno durare più di un’ora. In Italia sarebbe un tempo accettabile, ma in Kenya le messe durano due o tre ore nelle chiese principali, mentre nelle chiese tradizionali africane la preghiera dura tutta la giornata.

Resta in vigore il coprifuoco nazionale dalle 21 alle 4 per i prossimi 30 giorni.

COME PREVEDIBILE il National Bureau of Statistics del Kenya ha confermato una contrazione dell’economia, i cui effetti saranno ancora più evidenti nei prossimi trimestri: si prevede una crescita dimezzata dal 5,5% al 2,5%, ma secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale il Paese potrebbe affrontare una crescita negativa per la prima volta in quasi tre decenni. I settori più colpiti sono l’agricoltura, i trasporti (la Kenya Airways prevede di perdere oltre 500 milioni di dollari), i servizi finanziari e la vendita al dettaglio.

NEL PAESE C’È STATA in questi mesi una solidarietà attiva da parte di molte organizzazioni internazionali e locali per far fronte agli effetti economici della pandemia che per le persone sono più gravi del virus stesso. Il coprifuoco e la restrizione degli spostamenti ha avuto un effetto diretto sui prezzi, contemporaneamente i guadagni sono diminuiti e in alcuni casi azzerati.

In zone come Kariobangi, un quartiere popolare di Nairobi, al virus si sono aggiunte le demolizioni di decine di case e almeno 8.000 persone si sono ritrovate sulla strada in piena pandemia. Ma in generale sono aumentati gli sfratti perché, racconta Leslye Adhiambo, una studentessa del quartiere, «se la gente non lavora, non può avere i soldi per pagare l’affitto, ma ai proprietari non interessa: hanno tolto i tetti e le porte dalle case delle persone che non avevano pagato. Più di tutto la gente che vive qui pensa che il virus sia un’invenzione del governo per far mettere soldi nelle tasche dei politici».

Secondo il rendiconto delle donazioni presentato in Parlamento dal segretario alla salute Mutahi Kagwe, 42 milioni di scellini sono stati usati per noleggiare ambulanze, 4 milioni di scellini per tè e snack e 70 milioni per comunicazione. Spese su cui lo stesso presidente ha chiesto di fare chiarezza. Sono in corso, inoltre, diverse indagine sugli aiuti arrivati in diverse contee per spese inadeguate e appropriazione indebita.

TRA GLI EFFETTI INDIRETTI del coprifuoco vi sono le violenze della polizia: solo a giugno secondo l’Independent Policing Oversight Body 15 persone sarebbero state uccise dagli agenti. E poi tanti problemi interni alle famiglie tra cui le gravidanze di giovani ragazze in età scolare (almeno 4.000) perché secondo Leslye «le ragazze vanno a dormire senza niente nella pancia e vengono così facilmente adescate dal primo che le mette davanti un po’ di cibo». Lo stesso presidente Uhuru Kenyatta ha chiesto che le crescenti violenze connesse anche alle restrizioni provocate dal corona virus, contro donne e ragazze, siano oggetto di indagine. Non ci sono dati ufficiali sul numero dei casi di violenza, ma le richieste di aiuto registrate sono state in giugno 1.108 contro le sole 86 di febbraio.

Infine, per molti studenti rimasti a casa, l’impossibilità di accedere alle lezioni online perché privi di computer. Kenyatta ha esortato a «esercitare una responsabilità condivisa» nella lotta contro la pandemia. «Kenya mbele leo kesho na milele»: il Kenya andrà avanti oggi, domani, sempre.