Manifestazione dei «poliziotti in collera», ieri sera al Trocadéro, di sostegno al poliziotto ucciso, Xavier Jugelé, aveva 37 anni, militava nell’associazione Lgbt della gendarmeria, e dei due altri feriti – tutti fuori pericolo. È di due morti, compreso l’attentatore, colpito a morte da un agente, il bilancio dell’attacco sugli Champs Elysées di giovedì sera, mentre gli 11 candidati si susseguivano in tv per l’ultimo show prima del silenzio (dalla mezzanotte di ieri) in vista del voto di domenica.

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L’attentatore, Karim Cheurfi, 39 anni, di nazionalità francese, aveva un pesante passato giudiziario, era stato a lungo in carcere per quattro condanne successive, anche per aver minacciato di morte due poliziotti nel 2001. Era un delinquente comune che probabilmente si era radicalizzato in prigione, da dove era uscito nel 2015. Non era schedato «S», cioè come pericoloso estremista, ha precisato il procuratore della Repubblica di Parigi, François Molins. Nell’auto, che aveva posteggiato in seconda fila accanto alla camionetta della polizia su cui poi ha sparato con un’arma di tipo kalashnikov, è stato trovato un piccolo arsenale (una calibro 12, dei coltelli da cucina) e un Corano. Accanto al corpo c’era un pezzo di carta, probabilmente caduto dalla tasca, con un testo scritto a mano che fa riferimento all’Isis. Nell’auto sono stati scoperti foglietti con indirizzi di una sede dei servizi segreti e di commissariati della periferia parigina. C’è stata ieri una perquisizione a Chelles, comune della banlieue parigina, dove Karim C. viveva a casa della madre da quando era uscito dal carcere. Tre persone della famiglia sono state poste in stato di fermo.

Il Belgio ha smentito ieri eventuali legami tra un residente e l’attentatore degli Champs Elysées. Un uomo si è però presentato presso la polizia di Anversa, era ricercato in Belgio, sospettato di radicalizzazione e di avere intenzione di recarsi in Francia. C’è stata una certa confusione nel comunicato di rivendicazione, pubblicato dall’Isis in modo inabituale solo due ore dopo l’attacco nella notte di giovedì. Veniva fatto il nome di un sospetto belga, Abu Yussuf al-Belgiki, come autore dell’attentato degli Champs Elysées. Errore volontario per confondere le piste? Rivendicazione opportunista, per utilizzare l’attacco di Parigi e aumentare la paura? Nel 2005, Abu Mussab Zarqaui, fondatore di Al-Quaeda in Iraq, aveva minacciato di diffondere il «lutto» sulle «nozze democratiche dell’empietà e della prostituzione», cioè sulle elezioni dei paesi occidentali.

Ieri mattina, François Hollande, il primo ministro Bernard Cazeneuve e il ministro degli Interni, Matthias Fekl, si sono recati in ospedale per visitare il poliziotto ferito più gravemente. Il presidente Hollande ha rassicurato: ci sarà una «vigilanza assoluta» per permettere lo svolgimento del primo turno. Cazeneuve ha ricordato che per le elezioni di domenica sono mobilitati 50mila poliziotti, 7mila militari dell’operazione Sentinelle, oltre a unità specializzate «poste in stato d’allerta» e i servizi segreti. A Parigi in particolare, i controlli sono rafforzati nei seggi. Ci saranno controlli anche all’interno e non solo all’esterno dei luoghi di voto. Una linea telefonica speciale è stata attivata per gli scrutatori, che potranno mettersi immediatamente in contatto con i comandi della polizia in caso di problemi. L’ordine delle Prefetture è di evitare le file di attesa, che possono trasformarsi in bersaglio.

La prossima settimana, ci sarà una cerimonia di «omaggio nazionale» in onore del poliziotto ucciso. Anche la città di Parigi ha previsto un avvenimento di omaggio.

Ieri, i sindacati di polizia hanno reagito al nuovo attacco in termini estremi. «Non vogliamo più pagare da soli il prezzo» del terrorismo, ha detto Céline Berton, del sindacato dei commissari di polizia. Ha parlato di «lotta a morte contro il terrorismo, contro chi vuole distruggere l’ordine sociale». Il sindacato Alliance ha ricordato che negli ultimi 4 anni ci sono stati almeno 8 attacchi contro poliziotti o militari da parte di terroristi (l’ultimo è a Orly il 18 marzo scorso).