Se le proiezioni del nuovo voto nella corsa elettorale di Karachi saranno confermate dall’esito definitivo, il partito della giustizia di Imran Khan, l’ex cricketer pachistano prestato alla politica, guadagnerà un seggio all’assemblea provinciale del Sindh, la provincia del Sud la cui capitale è la grande città portuale. Una ennesima novità nel panorama politico del Pakistan.

Il nuovo voto, che segue le elezioni nazionali e provinciali a distanza di solo una settimana e che è stato boicottato dal Mqm, il partito storicamente forte della città, è avvenuto in 43 delle 200 stazioni di voto messe sotto accusa dall’opposizione che aveva contestato i risultati e chiesto che si andasse di nuovo a votare. Il Tpi, già terzo partito nella consultazione nazionale che ha dato a Nawaz Sharif lo scranno di primo ministro, avanza così anche nel Sindh, roccaforte del Mqm e del Ppp, il partito popolare dei Bhutto uscito però sonoramente sconfitto dall’ultima tornata elettorale.

Ma il nuovo voto e le polemiche per l’assassinio qualche giorno fa del numero due del partito, la signora Zahra Shahid Hussain ( i cui funerali si sono svolti l’altro ieri a Karachi mentre si riaprivano le urne) rischiano di infiammare una città popolosissima – mentre scriviamo ci sono già 8 vittime in nuovi scontri – con un enorme divario tra poveri e ricchi, abitata da turbolente comunità pashtun e beluci e teatro da anni di scontri politici violentissimi.

Il Mqm, o movimento dei mohajir, i musulmani che dopo la Partition del Raj britannico nel ’47 emigrarono nel Pakistan, è stato infatti accusato della responsabilità della morte di Zahra in un’intervista video rilasciata da Imran Khan nel letto di ospedale dove si trova per una brutta caduta. Imran ha accusato senza perifrasi Altaf Hussain, leader del Mqm auto esiliatosi a Londra per timore di vendette. Il movimento ha respinto le accuse al mittente ma la polemica ha infuocato gli animi, adesso accalorati anche dal risultato di un nuovo voto che premia il partito di Imran. Il Tpi è stato uno dei grandi protagonisti del voto nazionale che, una settimana fa, ha incoronato il partito di Nawaz Sharif, la Lega musulmana, e ha certificato la debacle del Ppp, il partito dell’attuale presidente.

Quello di Imran è invece uscito come forza in grado di condizionare l’esecutivo e adesso la vittoria a Karachi segna un’inversione di tendenza anche nella grande città portuale. Da sempre uno dei teatri più violenti nella realtà urbana del Pakistan.