Serie di attentati suicidi in Arabia saudita, pare senza conseguenze per i civili, in occasione delle preghiere per la prossima conclusione del mese di Ramadan.

Ieri sera a Qatif, città dell’est del Paese da alcuni anni al centro di forti tensioni tra la popolazione a maggioranza sciita e il governo, una bomba umana si è fatta esplodere davanti a una moschea. L’uomo era in procinto di entrare nell’edificio ma è stato bloccato da una guardia di sicurezza. Quindi si è fatto esplodere mentre i presenti scappavano in preda al panico. Secondo un’altra versione le esplosioni sono state due. Sarebbe morto solo l’attentatore.

Pochi minuti dopo c’è stata un’altra esplosione nella città santa di Medina, nei pressi di un comando dei servizi di sicurezza vicino alla Moschea del Profeta Maometto. Anche in questo caso sarebbe morto solo il kamikaze. Invece secondo il corrispondente della televisione al Arabiya ci sarebbero vittime poiché l’attentatore si è fatto saltare in aria tra alcuni agenti di polizia che stavano cenando, uccidendone due.

Domenica notte un kamikaze si era fatto esplodere all’interno di un parcheggio di un ospedale vicino al Consolato degli Stati Uniti. L’attacco ha causato la morte dell’attentatore e il ferimento di due guardie. Non è chiaro se l’obiettivo dell’attentato fosse realmente la sede diplomatica statunitense. Il Consolato Usa a Gedda fu già colpito nel 2004 da al Qaeda. In quella occasione morirono cinque impiegati sauditi.