Sarebbero circa 48 i morti e 79 i feriti, in maggioranza studenti di età compresa tra i 15 e i 20 anni della Government Science Secondary School (Gss) di Potiskum (città dello stato dello Yobe, nel nord-est della Nigeria). L’attentato è avvenuto lunedì mattina, quando, prima dell’inizio delle lezioni, un kamikaze travestito da studente si è fatto saltare in aria nel corso dell’assemblea del mattino. A riferirlo è stato il portavoce della Polizia Emmanuel Ojukwu.

Un boato spaventoso, raccontano testimoni e sopravvissuti, e tale da scaraventare lontano e in diverse direzioni chi fosse vicino al punto dell’esplosione o parte dei loro corpi.

Benché non vi sia stata nessuna rivendicazione, i sospetti ricadono ancora una volta sul gruppo integralista islamico Jama’atu Ahlis Sunna Lidda’awati wal-Jihad (People Committed to the Propagation of the Prophet’s Teachings and Jihad) più comunemente noto come Boko Haram. Considerato la minaccia principale alla sicurezza della Nigeria, responsabile negli ultimi cinque anni del sequestro di centinaia di studenti (il più noto quello delle ragazze di una scuola di Chibok nello stato del Borno ad aprile scorso) e di attentati soprattutto contro le scuole.

Non è la prima volta che la città di Potiskum, importante hub commerciale dello Yobe, è scenario di attentati contro i civili. Come quello, duplice, di luglio scorso contro una moschea e un mercato o quello più recente (una settimana fa) contro una cerimonia religiosa sciita (circa 30 le vittime).

L’annuncio da parte del governo della Nigeria, il mese scorso, di un cessate il fuoco concordato con Boko Haram e di colloqui in corso nel vicino Ciad per il rilascio delle oltre 200 sabine di Chibok è stato smentito con veemenza dal gruppo jihadista. Ulteriore conferma questa della contraddittorietà delle dichiarazioni del presidente Goodluck Jonathan e dei suoi maldestri tentativi di riguadagnarsi la fiducia dell’elettorato, o meglio di una popolazione che, soprattutto nelle lontane regioni nordorientali, ha imparato a guardarsi tanto da Boko Haram quanto dagli abusi e dai crimini dell’esercito governativo.
A riprova delle difficoltà in cui annaspa il governo nigeriano, l’ondata di attentati che si sono susseguiti a ritmo incalzante nelle ultime settimane quanto un recente video in cui il leader di Boko Haram, Abubakar Shekau (o chi per lui visto che secondo le autorità nigeriane Shekau sarebbe stato ucciso) sostiene che le ragazze di Chibok si sarebbero convertite all’Islam e date in moglie ai combattenti jihadisti.

Il partito d’opposizione All Progressive Congress (Apc) ha chiesto un’inchiesta indipendente sulle tanto propagandate trattative di pace. Per il presidente Jonathan, che cerca il rinnovo del mandato alle prossime elezioni di febbraio 2015, si tratta dell’ennesimo grattacapo che va ad aggiungersi al fuoco amico delle critiche interne e degli alleati internazionali.