«Se mi trovassi disoccupato senza averne colpa e avessi esaurito le opzioni per trovarmi un lavoro onesto, beh in breve tempo proverei a cercarmi un lavoro disonesto. Il fatto è che se non sei nato ricco, ci vogliono dei soldi per vivere in questa società, e in un modo o nell’altro devi ottenerli… Hai bisogno della grana per andare in giro, e non sono troppi quelli a cui importa come ottieni quella grana. Basta che la ottieni».

L’ISPETTORE MARIO BALZIC, capo della polizia di Rocksburg, Pennsylvania, convive senza porsi troppi problemi con l’eccesso di peso come con la passione per l’alcol, ma quando si tratta di riflettere sul proprio lavoro, allora non fa sconti a nessuno. Per primo a sé stesso. Sa bene, il poliziotto figlio di immigrati dell’Europa dell’Est che cerca di far rispettare la legge in quest’angolo immaginario, ma non troppo, d’America popolato dai discendenti di quei minatori e operai, soprattutto italiani e slavi, che hanno sostenuto per oltre un secolo lo sviluppo del cuore industriale del paese, che i tempi sono cambiati. E che ora che questo è diventato «il capoluogo di una contea che è al secondo posto nello Stato per quanto riguarda il tasso di disoccupazione fra i maschi bianchi», mentre «fra gli adolescenti neri è quasi del trenta per cento», «dovremmo mettere un poliziotto in ogni abitazione e due per isolato per fermare tutti i furti con scasso, ma poi ci sono anche i furti nelle automobili e negli appartamenti e i furti di macchine, e i taccheggi…». Senza contare il tasso di fallimenti e di insolventi nella zona.

CIÒ CON CUI Balzic si misura, nella lunga serie di romanzi che lo vedono protagonista – oltre una quindicina negli Stati Uniti, di cui nel nostro paese, grazie a Carbonio, è possibile leggere ora Lo scambio imperfetto (pp. 250, euro 16,50), oltre a Il mistero dell’orto di Rocksburg, pubblicato lo scorso anno, entrambi nella traduzione di Nicola Manuppelli -, è infatti il drammatico cambio di scenario sociale che ha trasformato questa parte delle regioni centro-orientali degli States nella cosiddetta Rust Belt, la «cintura della ruggine», dove le speranze e le vite di molti sembrano aver subito la stessa sorte delle acciaierie e delle ciminiere abbandonate che dominano il paesaggio.

Sono le terre che hanno fatto almeno in parte la differenza a favore dell’elezione di Trump, ma nello sguardo di Balzic e della piccola comunità che ruota intorno alle sue indagini, non si respira mai il desiderio di rivalsa e il rancore che hanno ispirato quella scelta, quanto piuttosto una sorta di sguardo civile sulle vittime e i responsabili di ogni crimine che non annuncia vendette né promette redenzione.

ANCHE PER QUESTO K. C. Constantine, che ha firmato il «ciclo di Rocksburg» – all’anagrafe Carl Constantine Kosak, classe 1934, ex marine, ex giocatore di football ed ex giornalista cresciuto nella Pennsylvania occidentale e talmente schivo da aver concesso la sua prima intervista solo nel 2011, a quasi quindici anni dall’uscita del primo capitolo della serie -, è stato accostato dalla critica americana a figure come Chester Himes, e per certi versi anche a Mickey Spillane, autori in grado di portare uno sguardo altrettanto «politico» alla realtà americana, specie se paragonati all’esibito, anche se altrettanto irresistibile cinismo di Hammett e Chandler.

Lo scrittore K. C Constantine

SE, COME HA SOTTOLINEATO Jeff Siegel su Mystery Scene, «Constantine ha saputo portare il romanzo poliziesco in un territorio perlopiù inesplorato, descrivendo il declino del mondo industriale americano e delle comunità che ne facevano parte», lo ha fatto senza indulgere nei toni didascalici, ricorrendo piuttosto ad un timbro narrativo che non concede tregua al lettore e che trova la sua migliore espressione nei dialoghi, serrati e fulminanti che attingono spesso allo slang locale come a termini che nelle famiglie di immigrati si tramandano di generazione in generazione.

Che si tratti del caso di una sconosciuta ammazzata a colpi di pistola sulla main street della cittadina, vicenda da cui muove Lo scambio imperfetto, come dalla scomparsa dell’ex minatore Jimmy Romanelli, con cui si apre Il mistero dell’orto di Rocksburg – da molti considerato il capolavoro di Constantine -, le indagini condotte da Mario Balzic, insieme al suo vice Ruggiero «Rugs» Carlucci, si aprono inoltre quasi sempre con una buona bevuta nel bar Muscotti.

È QUESTO il vero epicentro degli umori di una comunità che annovera altri personaggi bizzarri: da Mo Valcanas, l’avvocato, anche, dei criminali del luogo, Iron City Steve, un ex operaio alcolizzato, Padre Marrazo, un prete con la passione del poker e l’impresario di pompe funebri Sal Bruno. Il tutto a comporre un’istantanea della provincia americana nell’età del tramonto della sua ricchezza.