Si vince con il Trio. Non il Festival di Sanremo, ma la partita della stagione, Juventus – Napoli, stasera, in concomitanza con l’ultimo atto all’Ariston. Pogba, Morata, Dybala contro Insigne, Higuain, Callejon. Potenza, classe, rapidità, senso del gol. Una ventina di gol assortiti da parte bianconera, nel terzetto anche il francese che sa essere devastante in area avversaria, addirittura 38 (con 24 in altrettante partite per Higuain) per gli azzurri.

La sfida scudetto è nelle mani del numero tre. Spesso quello perfetto e non solo nel calcio. In Spagna e Europa dilaga la MSN, Messi, Suarez e Neymar, circa 130 dei 180 gol segnati dal Barcellona nel 2015. Il tridente più forte di tutti i tempi, si legge, si dice, anche se memorie storiche segnalano il Brasile mondiale del 1970 che metteva all’angolo l’Italia, con Pelè, Jairzinho e Tostao assieme a Rivelino e Gerson, cinque numeri dieci nella stessa squadra, impossibile solo metterlo su carta nel calcio 2.0.

Mentre per restare in Italia ha scritto un bel pezzo di sceneggiatura la MaGiCa, Maradona, Giordano e Careca, il brand del primo scudetto di sempre vinto dal Napoli. Su El Diez forse non c’è bisogno di scrivere oltre, Giordano era una specie di Dybala meno mobile ma altrettanto tecnico, Careca era Careca, il centravanti della Nazionale brasiliana, in coppia con Romario. E il club azzurro non ha vinto più di due scudetti in quel periodo perché a 900 km di distanza c’era il Milan dei tre olandesi. Gullit, Rijkaard e Van Basten, campioni d’Europa con l’Olanda nel 1988. E sul tetto del mondo in rossonero con Arrigo Sacchi, due Coppe Campioni, un campionato, altri trofei, anche con Fabio Capello in panchina e quella sensazione d’impotenza generata negli avversari, come circa sette anni fa il primo Barcellona di Pep Guardiola, con il tridente Villa, Messi, Eto’o.

La musica era sempre la stessa, gol e spettacolo, la legge del tre. Meno di 20 anni fa la prima Juventus vincente di Marcello Lippi contava sul tridente Vialli, Del Piero e Ravanelli, con Roberto Baggio ai margini per manifesta incompatibilità con il tecnico viareggino, rinnovata all’Inter, qualche anno dopo. Non solo gol ma corsa, sacrificio, la leadership di Vialli, la classe di Del Piero, la furia agonistica di Ravanelli. Questo, per restare al calcio ma in realtà la Formula Tre fa centro anche in altri sport, in altri Paesi. Anzi, su alcuni terzetti sono state costruite leggende sportive.

Magic Johnson, Kareem Abdul Jabbar e James Worthy fabbricavano lo showtime dei Los Angeles Lakers degli anni Ottanta nella Nba, pochi anni dopo c’era la dinastia illuminata di Michael Jordan, con gli scudieri Scottie Pippen e Dennis Rodman per i Chicago Bulls dei tre titoli in fila, per due volte, striscia interrotta solo dal ritiro momentaneo di Jordan dal basket.

E sempre nella Nba, Tim Duncan, Manu Ginobili e Tony Parker scrivono da oltre un decennio la storia dei San Antonio Spurs, mentre Lebron James per vincere un anello è sbarcato a Miami, con Dywane Wade e Chris Bosh. Nella Nfl invece i miti Joe Montana e Jerry Rice, assieme a Roger Craig regalavano due Vince Lombardi Trophy ai San Francisco 49ers negli anni Ottanta, mentre nel baseball, tra le due guerre mondiali il trio Babe Ruth, Lou Gehrig e Earle Combs vinceva tre World Series con i New York Yankees.