Il calcio italiano torna in campo. Dopo mesi tra pausa forzata e braccio di ferro tra Comitato Scientifico e il duo Lega di A-Figc, stasera alle 21 con Juventus-Milan, prima semifinale di ritorno di Coppa Italia (domani, ore 21, c’è Napoli-Inter, sempre su Rai1) si riparte con l’inedita sessione estiva che porterà fino al 2 agosto, prima della fase finale delle Coppe europee. O meglio, questa è la sceneggiatura base, con playoff e playout se il torneo dovesse fermarsi per un rialzo dei contagi, fino al piano C, l’algoritmo matematico per definire la classifica finale. Dunque, si potrà tornare a parlare di calcio, con il Covid-19 convitato di pietra: partite a porte chiuse, addetti ai lavori a bordo campo con le mascherine e amuchina in tasca, un protocollo definito anche sulle posizioni di atleti, dirigenti, allenatori nelle interviste prima e dopo la partita. Una specie di calcio virtuale, che pure era nei sogni di qualche presidente di Serie A.

CÈ LA SFIDA scudetto tra la Juventus di Cristiano Ronaldo e Sarri e la Lazio di Claudio Lotito, uno di quelli che si sono spesi maggiormente per la ripartenza anche per il profumo del tricolore. Poi c’è l’Inter di Antonio Conte, forse tagliata fuori per il titolo e che cercherà con il Napoli di giocarsi un posto per la finale di Coppa Italia, a questo punto la chance concreta di salvare una stagione che potrebbe, causa virus, anche chiudersi in poche ore. Poi, l’Atalanta che difende il quarto posto utile per la Champions League, la Roma a media distanza e il Napoli, dopo la deludente prima parte di stagione con Ancelotti e poi in risalita con Gattuso che cerca la grande rimonta per riprendersi il posto nell’Europa che conta. Pallone giocato, il Var, gli arbitri, le polemiche dimenticate. Il ritorno alla normalità solo apparente, perché sul tavolo ci sono ancora diversi punti oscuri. Il primo è la quarantena obbligatoria cui sarebbe costretti gli atleti (e tutto il gruppo di lavoro di un club) in caso di una positività al Covid-19: ieri il presidente della Figc Gabriele Gravina, il vincitore del braccio di ferro sulla Lega di Serie A sulla formula playoff-playout, si è soffermato di nuovo sull’esigenza di una revisione della norma sull’isolamento (14 giorni) da parte del Comitato Scientifico.

SE NON SARÀ rivista al ribasso – ovvero 7 giorni, come avviene in altri tornei europei ma contro le disposizioni italiane dall’inizio della pandemia – e se non sarà imposta solo al positivo, si rischia la chiusura della stagione entro poche partite. Ci sono poi le carte bollate tra la Lega Calcio e Sky sull’ultima tranche da oltre 200 milioni di euro che la tv di Murdoch avrebbe dovuto corrispondere ai club, finora non saldata. E a proposito di Sky: i vertici si sono seduti al tavolo con il ministro Spadafora – che in passato non aveva risparmiato critiche all’emittente – per l’ipotesi (ora concreta) di trasmettere in chiaro, su Tv8, un paio di partite di campionato per i primi turni. E in attesa del parere di Dazn, regge anche l’idea di una Diretta Gol visibile a tutti.