E’ la Supercoppa italiana, che di solito si gioca ad agosto, prima del via al campionato e invece finisce in un sandwich, tra due turni di Serie A. Ma domani sera a Reggio Emilia è soprattutto Juventus contro Napoli, al primo incrocio dopo inchieste, ricorsi, sconfitte a tavolino e penalizzazioni poi cancellate, nel mezzo della battaglia di potere tra la federcalcio (che a febbraio elegge il nuovo presidente) e il Coni, per la partita non giocata a ottobre per volere dell’Asl Napoli con due positivi tra i campani. Quasi tre mesi di calcio italiano al suo peggio con il contributo del Covid-19, dalla Juventus che scende in campo senza l’avversario con i calciatori che si riscaldano e Agnelli in tribuna, pur sapendo che il Napoli non sarebbe sceso sul terreno di gioco perché confinato in casa dall’Asl. E nell’elenco va anche la Figc che condanna il Napoli, incassa il parere opposto del Coni prima di pensarci sopra e spiegare che no, il club azzurro non aveva infranto alcuna regola del protocollo Covid, mostrando invece vuoti di memoria su altre vicende dove servirebbe uno sguardo approfondito, come l’esame farsa per la cittadinanza italiana a Luis Suarez che coinvolge la Juventus.

NELLA VICENDA Juve-Napoli ha sguazzato anche una fetta dei media, gridando alla furbizia del Napoli che non voleva giocare a Torino, ignorando i solchi presenti in quel folle protocollo Covid-19 per il calcio, stilato in estate nella penuria di contagi. In realtà, seguendo le disposizioni dell’autorità sanitaria, il club di De Laurentiis è stato forse il solo attore a rispettare leggi, protocolli e anche a conservare un profilo basso. E dopo questo brutto affare torna il pallone, una finale, la seconda in Italia nell’era della pandemia, il primo atto era stato Juve-Napoli, finale di Coppa Italia a giugno, con successo napoletano ai rigori. Sarà invece la prima tra Pirlo e Gattuso, due eroi del Mondiale 2006 e la fortuna del Milan targato Carlo Ancelotti. Il primo dopo la luna di miele con società e stampa sta incontrando le difficoltà della Juve che prova a ricostruire, il secondo viene da un anno di ottimo lavoro a Napoli e l’ultimo mese tra alti e bassi, condizionato da una lunga serie di infortuni (su tutti Osimhen e Mertens). Ma anche in casa bianconera, tra contagiati e infortunati, il quadro è più nero che bianco. E’ la legge del Covid-19, simile a quella darwiniana, vince chi si adatta meglio ai cambiamenti.