La finale di Champions League è uno dei grandi eventi televisivi planetari. Sta un gradino sotto la finale dei Mondiali, uno sopra il Superbowl e le Olimpiadi quando ci sono. I numeri dell’audience – lo dimostrò una volta un’inchiesta inglese – sono spesso esagerati a uso degli sponsor. One billion viewers in inglese è un espressione anche più bella di «un miliardo di spettatori». Invece ci si limiterebbe a cifre che si aggirano tra i 170 e i 350 milioni di spettatori, e non sono neppure la stessa cosa.

Ma sfuggire stasera ore 20.45 almeno all’eco di quel che accadrà all’Olympiastadion di Berlino sarà difficile.

Juventus-Barcellona mette di fronte la squadra italiana più amata e odiata (anche la più forte da qualche anno a questa parte), e la squadra più amata al mondo per motivi estetici.

Il pronostico dice Barcellona. A dispetto di ogni dibattito sul possesso palla e sul gioco di squadra – in panchina c’è l’ex romanista Luis Enrique – nella stagione passata il trio d’attacco Messi-Neymar-Suarez ha segnato 120 gol tondi. Loro sono la «Santa Trinità», i «tre tenori», le icone del calcio sudamericano scappate di casas da tempo per vivere nel videogioco globale, e amen.

Anche la Juventus ha un centravanti argentino, Carlos Tevez. Ha passato i trenta, è un ex ragazzo di barrio, gol quest’anno ne ha segnati 20. Ha anche un giovane scarto del Real Madrid, Morata, che il gol più importante l’ha segnato alla sua ex squadra. E come fantasista una stella francese, Paul Pogba, di cui si lamenta una certa intermittenza nella concentrazione.

La Juve ha preso 37 gol in tutta l’annata (anche il Barcellona). Amata o odiata che sia, si presenta come la squadra calcisticamente più italiana si possa immaginare al giorno d’oggi. La cosa è interessante anche per il pronostico, non proprio così scontato fino al fischio d’inizio (arbitra il turco signor Cakir). La Juve di Allegri, e prima di Conte, non fa esattamente catenaccio e contropiede, è pochissimo Bearzot, poco Lippi. Gli analisti del calcio d’oggi spiegano come nel calcio attuale la difesa non sia un concetto fine a stesso ma una «fase» giocata da tutta la squadra. Aggiungono che gli attaccanti-mostro alla Messi si fermano «chiudendo le linee di passaggio», e la chiave del gioco bianconero starebbe nella velocità delle «transizioni offensive». Sandro Modeo, tifosissimo blaugrana, sul Corriere di ieri ha dipinto la difesa della Juve come il Maelstrom di Edgar Allan Poe, un gorgo dal quale salvarsi è difficile se non aggrappandosi alla valigia come fece l’unico marinaio superstite della storia (nel caso, Messi).

Certo, la maniera di raccontare il calcio non è indifferente al fascino del gioco. Perciò assegnerei a Modeo, vada come vada, la Champions League per il miglior commento tecnico prepartita.

A parte tutto, si capisce perché la vigilia della partita è agitata dalla notizia che Giorgio Chiellini, titolare nella difesa a 4 (e in quella a 3) della Juve, non sarà in campo. Giocherà Barzagli, appena uscito da un infortunio, o meno probabilmente Ogbonna. I maligni dicono che in questo modo la Juve avrà una scusa in più. E mancherà un sicuro elemento narrativo: il taglialegna Chiellini non stringerà la mano al vampiro Suarez. Durante la partita Italia-Uruguay quest’ultimo prese 4 mesi di squalifica per l’incredibile morso sulla spalla del difensore. Diverso il caso del terzino sinistro bianconero Patrick Evra, al quale 4 anni fa Suarez diede del negro, beccò giustamente 8 settimane di squalifica (si giocava in Inghilterra), la cosa finì (forse) in una stretta di mano. Vedremo.

Il passato: l’Olympiastadion di Berlino, teatro del Mondiale 2006 vinto inaspettatamente dall’Italia mezza juventina (e sotto inchiesta per calciopoli), stende le sue ombre sulla partita. Ombre scure: il luogo è effettivamente bellissimo ma inquietante essendo l’unica opera del nazista Speer in piedi e funzionante. Italia-Francia finì ai rigori. Arrivarci per la Juve sarebbe già una mezza vittoria. In campo ci saranno due protagonisti di quella finale: Buffon e Pirlo, uno dei portieri più forti e il regista mitico in tutto il mondo per eleganza e tecnica. Dicono che Pirlo potrebbe giocare stasera l’ultima partita in bianconero prima di andarsene in pensione negli Usa, ed è un motivo in più per non perderla.

Pure se Blatter rubava e si è dimesso, pure se la Juve rubava ed è in finale, pure se una volta il calcio era più bello (una volta era tutto più bello), pure se è su Canale 5, Berlusconi ha venduto metà del Milan ai thailandesi. Non c’è più religione.