Visioni

Judi Jackson, in alto la voce oltre i continenti

foto di Judi JacksonJudi Jackson

Intervista La giovane cantante, nuovo talento del jazz, racconta l’album «My American Songbook». Le origini in Virginia e la scoperta della vocazione, il trasferimento a Londra, il corpo delle donne e il web

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 3 febbraio 2024

«È la storia della mia America, canzoni che conosco e amo e che canto da quando ero molto giovane. A parte Here comes the Sun, la maggior parte dei brani sono classici standard jazz americani, per questo ho scelto il titolo My American Songbook» racconta Judi Jackson a proposito del suo ultimo album. Talento cristallino, sembra venire da epoche passate. Ormai il suo nome nel mondo del soul, del jazz e del blues è noto a molti.

Un talento che ha origine in America e che ha messo, per ora, le radici a Londra, e tra un paragone con Nina Simone ed Amy Winehouse, Judi va avanti non dimenticandosi da dove viene, il suo dolore, quello che la musica le ha dato e continua a darle, di come il talento vada coltivato e di come c’è bisogno sempre di lavorare e sognare, e poi attraverso la musica trovare una via di fuga.

«SONO NATA e cresciuta a Roanoke, in Virginia. Ho sviluppato il mio amore per la musica molto presto, perché mi rendeva felice. Ho iniziato a cantare all’età di 8 anni nel coro della chiesa. Ero costantemente alla ricerca della felicità, essendo stata adottata e passando da una casa all’altra. E la musica è stata un punto di appoggio, un luogo di conforto e di liberazione. La musica è stata la mia fuga». Ma in questa fuga Judi non era da sola, accanto a lei grandissimi nomi: «Ascoltavo Ella, Billie, Nina, Stevie e Blossom Dearie».

Ma il talento è qualcosa di difficile da realizzare da soli, specie se si cresce in un ambiente ostile, «gli altri mi hanno fatto capire che avevo talento, ho iniziato a cantare in chiesa e tutti rimanevo sempre molto colpiti, così prima mi riempivano di complimenti e poi mi hanno incoraggiata ad intraprendere la carriera musicale. Ogni giorno è una sfida con sé stessi e mi spingo costantemente ad andare avanti e a non mollare. E poi cerco di migliorare sempre, ogni spettacolo è una nuova opportunità».

Le forme femminili sono bellissime e vanno celebrate, non c’è nulla di male nel mostrarsi sul web. Non usate il corpo per vendere musica, lasciate che parli da solo!
NON SI PONE limiti Judi, anche se sogna con i piedi ben incollati a terra, però vola, la sua voce le permette di arrivare dove altri non possono, lei lo sa, o almeno è cosciente che ha un dono che farebbe «gola» a chiunque: «Mi piacerebbe lavorare con Mavis Staples per un brano. Ho aperto per lei al Jefferson Center quando avevo 16 anni e sarebbe bello vedere quel legame chiudere il cerchio. Nel mondo del pop e del rock mi piacerebbe lavorare con Miley Cyrus, penso che sia davvero fantastica. E poi mi piacerebbe reinterpretare Daylight and Darkness di Smokey Robinson ma non mi sento ancora pronta».

comporre, è una vera fonte di libertà per lei: «Mi piace scrivere ogni volta che l’ispirazione mi assale: può essere la mattina presto o la sera tardi, persino nel cuore della notte, mentre dormo, e a volte salto giù dal letto per annotare le idee».
La sua anima è divisa tra America e Inghilterra, ma un piccolo posto è riservato anche all’Italia. «L’America mi ha dato il desiderio, l’Inghilterra mi ha dato l’esperienza. Entrambi i posti mi hanno dato opportunità. L’Italia mi piace moltissimo: l’energia, la gente, il clima, il cibo, la musica. Ho molti ricordi felici in Italia e attendo sempre con ansia gli spettacoli che ho in programma».

Il mondo dello spettacolo e della musica non è semplice, specie per una donna, specie quando sui social arriva qualunque forma di insulto che riguarda il proprio corpo. «Per me i social media sono un luogo in cui essere liberi ed esprimersi. Se sei come me e ti piace mostrare il tuo corpo come donna, penso che dovresti farlo ed esserne felice e non lasciare che qualcuno imponga come dovresti esistere online. Le forme femminili sono bellissime e vanno celebrate e non credo ci sia nulla di male nel mostrare il proprio corpo su Internet se è questo che si vuole fare. Non usate il vostro corpo per vendere musica, lasciate che il vostro corpo parli da solo!».

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