È stato il fratino eurasiatico (scientificamente Charadrius alexandrinus) quello che, per primo, s’è messo di traverso. Questo simpatico uccello, specie protetta perché a rischio estinzione, che sceglie le dune costiere più selvagge per metter su famiglia, ha impattato contro i concertoni che, quest’estate, Jovanotti sta portando in giro per l’Italia, per lo più in riva al mare. Spettacoli da 40 mila spettatori a tappa e che generano, sul territorio, indotto milionario e potente richiamo turistico. Difficile, quindi, rinunciarvi. Musica a manetta e critiche roventi, con gli ambientalisti che, in più d’una occasione, si sono rivolti alla magistratura. Perché, per far largo alle mega feste sull’arenile, con canti e balli, con uno scatenato Lorenzo Cherubini che va avanti per ore, su e giù per lo Stivale, qui e lì, sono state spianate diverse spiagge. Apriti cielo.

«EVENTI DI QUESTO GENERE in luoghi naturalistici? È inammissibile – tuona Franco Sacchetti, impegnato da anni nella tutela del fratino, su cui ha scritto anche libri -. Ma sono forse gli unici posti ad avere le dimensioni adatte per… incassi record. E, dunque, ruspe in azione nei luoghi più impensati». Nessuna pietà, contestano le associazioni ecologiste, per il fratino e i suoi ripari tra la sabbia; per il corriere piccolo, mimetico pennuto migratore; per la tartaruga Caretta caretta; per piante rare, come il giglio di mare, i papaveri gialli, l’eringio marittimo…

IL TOUR NASCE in collaborazione con il Wwf ma, in campo contro i “Jova beach party”, «villaggi giganti, mastodontici», come l’artista stesso li ha definiti, c’è, compatto, il resto delle associazioni, Legambiente, Italia Nostra, Lipu. Oltre ai vari, locali comitati in difesa di… «Nel New Jersey – dice Sacchetti – diversi concerti sono stati annullati per la presenza, a circa un chilometro dal palco, del nido del limicolo, da salvaguardare, come il fratino. Da noi, invece, si va avanti. Delicati ecosistemi, la vicinanza di aree Sic (Sito di interesse comunitario, ndr) ad alcune location e spiagge già minacciate dal fenomeno dell’erosione, sostituiscono stadi e palasport. Eppure Jovanotti si dichiara ambientalista».

SULLA VICENDA c’è stata anche un’interrogazione dei parlamentari dei 5Stelle al ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Così tra serenate rap e brani al «Chiaro di luna», proteste e veleni viaggiano, da mesi, lungo i litorali del Belpaese. Da Miramare di Rimini a Barletta, a Torre Flavia di Ladispoli (Roma), dove il comitato “No party” ha costretto l’organizzazione a dirottare sulla vicina Cerveteri, dove, però, – è la denuncia – «ettari di vegetazione e habitat dunale , probabilmente interessato da nidificazioni di cappellaccia e beccamoschino, sono stati cancellati, per adeguare l’area». È scattata la segnalazione «alle autorità competenti per capire se è stata rispettata la normativa – spiega Augusto De Sanctis, della Stazione ornitologica abruzzese (Soa) – . Danni forse irreversibili per una giornata di divertimento».

A Castel Volturno (Caserta) parte del sito è stato sequestrato per bonifiche illegali; al Lido degli Estensi (Ferrara), località di Comacchio, per i lavori preliminari è stato presentato un esposto alla Procura dall’Asoer (Associazione ornitologi dell’Emilia Romagna); a Roccella Jonica (Reggio Calabria) altro esposto. «Grandi lavori di livellamento e modifica dello stato dei luoghi, questo sta succedendo. Non si può ridurre la natura a un palcoscenico», evidenzia De Sanctis. Frecciate anche da Reinhold Messner che ha definito «insensata per alcuni aspetti» la scelta di Plan de Corones, in Alto Adige, sulle Dolomiti, a 2.275 metri d’altezza, per il concerto del prossimo 24 agosto. Paesaggio singolare e sorprendente. «Se vi arrivano in migliaia, addio al silenzio sacro della montagna», ha commentato l’alpinista.

E A VASTO, in provincia di Chieti, è scontro aperto. In un pasticcio che vede protagonista Fosso Marino, deputato ad accogliere, il 17 agosto, la kermesse canora. Anche in questo caso esposto della Soa. «La spiaggia in questione – sottolinea nel documento – è stata descritta dagli organizzatori priva di ostacoli e di vegetazione. Invece esiste un corso d’acqua, è riportato anche nella mappa ufficiale del reticolo idrografico del ministero dell’Ambiente. Un fatto – puntualizza – che stride con la realtà e anche con l’operazione portata avanti dal Comune di Vasto, che è riuscito incredibilmente ad ottenere dalla Regione Abruzzo 80mila euro di fondi per tombare il fosso, per la manifestazione, nonostante un Piano spiaggia municipale che impone l’opposto, la sua rinaturalizzazione».

OPPOSIZIONI A NON FINIRE; un Piano di sicurezza che fa acqua e non convince la Prefettura di Chieti e le forze dell’ordine che hanno finora negato le autorizzazioni all’evento. Ma, nel frattempo, sono stati venduti oltre 30mila biglietti. Nel frattempo i mezzi meccanici sono entrati in azione sull’arenile, per essere immediatamente stoppati dai carabinieri forestali, per poi ripartire, in un braccio di ferro senza fine. Il sindaco di Vasto, Francesco Menna, se la prende con gli ambientalisti, rei di aver esagerato, e incarica i propri legali di preparare una denuncia «per procurato allarme, interruzione di pubblico servizio, calunnia e ogni altro reato che si dovesse configurare».

Dulcis in fundo i commercianti, che in una nota si sfogano: «Confidiamo -scrivono – nel buon senso del prefetto, da cui ci aspettiamo una maggiore collaborazione». Perché Jovanotti è, per loro, sinonimo di affari. Maurizio Salvadori, produttore dei live, ripete che «con la collaborazione, si troveranno le soluzioni adeguate». Finora è fumata nera, poi magari sarà tutt’altra musica, perché, si sa, the show must go on.