Non ha incassato nel suo primo week end di programmazione come il primo capitolo – 207.4 milioni di dollari – ma anche il secondo episodio della saga Avengers, Age of Ultron, ha guadagnato qualcosa come 187.7 milioni di dollari soltanto nel primo fine settimana di programmazione americano. E Variety annuncia un secondo weekend altrettanto trionfale al box office. Ne sarà felice Joss Whedon, nei giorni scorsi a Milano per le chiacchiere di rito, una conversazione che comincia proprio dalle location italiane utilizzate per le riprese di questo Avengers.

Com’è nata la scelta di ambientare parte del film in Val d’Aosta? Solo un effetto collaterale della sua simpatia nei confronti del cinema di Sergio Leone o c’è dell’altro? 

Mai visto il forte di Bard? È una location spettacolare, per la sequenza iniziale dell’assalto alla base dell’Hydra avevamo vagliato diverse possibili destinazioni ma nessuna in grado di eguagliare il forte e le vicine località di Verrès e Pont Saint Martin. È stato anche un omaggio alla mia adolescenza: quand’ero ragazzino mia madre ha fatto un corso d’italiano a Cortona, quindi ho passato qualche settimana visitando Firenze, Roma e Orvieto insieme con mio fratello… E il film mi ha offerto un’ottima scusa per tornarci.

In alcune delle riprese aeree l’impressione è che la troupe abbia usato dei droni. 

Non in Italia. Li abbiamo usati in numerose occasioni durante le sequenze in Gran Bretagna e in Corea del Sud, e ci hanno offerto la possibilità di portare sullo schermo inquadrature «impossibili» e uniche. Quando non servono a bombardare civili inermi, personalmente li trovo fantastici.

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Ecco un elemento di realtà che ci porta dritti al cuore del successo di «Avengers» e più in generale dei film targati Marvel. Come lo motiva? 

L’attualità ci racconta un mondo terribilmente complicato, un mondo che quasi costringe a sognare le scorciatoie rappresentate dai super-eroi. Ma accanto a questo spunto inquietante su cui bisognerebbe riflettere a fondo, giocano altri elementi. Innanzitutto, c’è il cosiddetto «tocco Marvel»… quel mix di umorismo, avventura, epica tipico dei fumetti Marvel… E in cui lo humour si sposa alla perfezione con il respiro epico delle storie. O ancora, la scelta di avere sempre nuovi personaggi da proporre al pubblico. Una strategia su cui inizialmente coltivavo qualche dubbio. Ma che nel corso della lavorazione mi ha permesso di esplorare lati inediti dei personaggi.

Fra gli eroi di «Age of Ultron» spicca la Vedova Nera, qui più in vista che nell’«Avengers» originale, a ennesima dimostrazione della sua attrazione per i personaggi femminili.

Fra tutti gli Avengers è la mia preferita. Un po’ per il fatto di essere l’unica super-eroina senza poteri, ma anche per il suo passato oscuro nel Kgb. Studiandola a fondo, mi sono reso conto di tutto il suo potenziale inespresso e ho fatto del mio meglio per approfondirlo e bilanciarlo con un elemento romantico spero non banale. È stato un po’ come recitare, si è trattato di impadronirsi del personaggio e tentare di infondergli un po’ della mia personalità.

Ora che ha concluso con la saga, avrà già cominciato a pensare ai suoi progetti per l’immediato futuro.

Non so ancora se tornerò a collaborare su altri film Marvel. Prima che un regista, mi sento uno scrittore che negli ultimi anni ha spremuto all’osso le stesse strade, gli stessi stilemi e le stesse strutture narrative… mi piacerebbe tentare di fare qualcosa di completamente diverso. Anche se ancora non so cosa.

Data la sua idiosincrasia per la Rete, che ha ormai quasi completamente abbandonato, verrebbe da escludere le attività «social»… 

Fino a qualche tempo fa, ero un assiduo frequentatore dei social network, ma poi ho chiuso tutti i miei profili tranne quello su Twitter. Non tutto quello che c’è in rete è da buttare, intendiamoci, il problema è che ci sono in giro troppi haters e troppa visceralità, roba che rovina la nostra cultura.

Chiudiamo con un argomento che conosce bene: i fumetti. Hanno ispirato tanto cinema recente, ma paradossalmente sembra stiano perdendo attrattiva negli Stati uniti come altrove.. 

Bisogna guardare in faccia la realtà: nonostante il potenziale narrativo e i personaggi davvero interessanti, oggi i «Comic Books» non vendono più quanto un tempo. In casa Marvel, per limitare i danni, abbiamo sempre tentato di mantenere le storylines dei fumetti e quelle dei film su piani ben distinti… ma la questione resta complicata. Da un punto di vista puramente egoistico, penso che sia un bel momento per essere nei miei panni, perché posso dar corpo a tutte le mie fantasie sui personaggi che ho sempre amato. D’altro canto, credo che i fumetti debbano trovare il modo di reinventarsi. Superando tendenze come quella di resettare periodicamente canoni e paletti narrativi per tornare a pestare sempre la stessa acqua nel mortaio e puntando in direzioni nuove.