La presenza di John Paul Jones era il richiamo «a sorpresa» del festival torinese, sia per il passato prestigioso nel gotha del rock – bassista nei Led Zeppelin, produttore e arrangiatore per gente del calibro di Brian Eno, R.E.M, Paul Mc Cartney e in tempi più recenti nel supergruppo Them Crooked Vultures – sia per la capacità di muoversi su territori musicali ben diversi. C’è addirittura un’opera – The Ghost Sonata – fra i suoi lavori più recenti. Ma nel capoluogo piemontese il musicista britannico è arrivato non da solo ma in compagnia, come membro dei Tres Coyotes. Una sola apparizione prima di quella offerta al Conservatorio Verdi del trio che lo vede dividere il palco insieme al compositore Magnus Lindberg e al musicista Anssi Karttunen.

BASSO VIOLONCELLO e pianoforte in una performance – aperta con un brano su visual (Groundflame di Muriel von Braun) – divisa in due tempi brevi – che ha visto gli artisti dedicarsi a un repertorio dedicato perlopiù sull’improvvisazione, accolti da un pubblico composto da curiosi jazzofili ma soprattutto da fan dell’ex Zeppelin, che forse si aspettavano un programma con qualche antica reminiscenza del passato rock. Prima del concerto, in mattinata il trio si è sottoposto a un incontro di presentazione dove Jones ha spiegato il senso del progetto: «La musica più interessante – ha sottolineato – è quella che sa aprirsi e incorporare altri elementi, una lezione che ho imparato già dai tempi degli Zeppelin» – e ha aggiunto: «un musicista viene influenzato da qualunque cosa ascolti, anche dalla musica che sente».

I TRE si frequentano dal 2016, galeotto un masterclass a Santa Fè: «Non è affatto strano l’incontro fra musicisti così differenti tra loro- racconta Lindberg-. La peculiarità del nostro repertorio sta proprio nel fatto che niente di quello che facciamo insieme esisterebbe senza quello che abbiamo fatto nel corso delle nostre passate esperienze». I Tres Coyotes – animali ribelli ad ogni convenzione, nome quanto mai appropriato per il comune sentire del gruppo, all’impostazione tout court preferisce l’improvvisazione: «Suoniamo e lasciamo fluire la musica», spiega Lindberg. L’ultima battuta spetta a Jones: immaginavate voi Zeppelin di aver dato vita a una rivoluzione del rock? La risposta è ironica e decisamente british: «naturalmente…».