Ci sarà un «omaggio nazionale» per ricordare l’insegnante di 47 anni decapitato da un giovane nato a Mosca, Abdullakh Abouyezidvich, di origine cecena, venerdì poco prima delle ore 17 di fronte alla scuola media dove insegnava storia e geografia nel comune di Conflans-Sainte-Honorine.

IL 2 NOVEMBRE, al rientro dalle vacanze d’autunno, in ogni scuola ci sarà un minuto di silenzio. Oggi Macron ha convocato un Consiglio di Difesa ristretto. Sempre oggi, gli insegnanti organizzano una manifestazione in centro a Parigi: l’assassinio ha riportato in primo piano le divisioni che serpeggiano nel paese, la violenza dell’islamismo che dal 2015 ha ucciso in Francia 259 persone, e che sono da tempo entrate nella scuola, che è laica, cioè protegge la libertà di credere e di non credere, per poter insegnare il pensiero critico.

A Conflans-Sainte-Honorine, a nord-ovest di Parigi, genitori, insegnanti, cittadini si sono riuniti di fronte alla scuola media dove insegnava Samuel Paty. Un tappeto di fiori, cartelli con le scritte «Je suis Samuel», «Je suis enseignant». Il procuratore nazionale anti-terrorismo, Jean-François Ricard, ha dato ieri i primi dettagli dell’inchiesta. L’assassinio conferma «l’altissimo livello di minaccia terroristica» che continua ad esistere in Francia.

È difatti il secondo assalto che ha avuto luogo da quando è iniziato, a settembre, il processo per gli attentati del gennaio 2015, contro Charlie Hebdo e l’HyperCacher. Il primo ha avuto luogo il 25 settembre scorso, due persone sono state ferite nella strada dove aveva la sede Charlie Hebdo nel 2015. L’elemento comune tra i due attentati è l’uso del coltello da macellaio, un’arma da «terrorismo low cost», con legami non diretti con centrali terroristiche straniere, ma spinti ad agire individualmente o con pochi complici locali sulla base di una propaganda sempre più presente sulle reti sociali.

IL GIOVANE DI 18 ANNI che ha decapitato l’insegnante era in Francia come rifugiato, assieme alla famiglia. Abouyezidvich è stato ucciso in uno scontro con la polizia, non lontano dal luogo del delitto. Nove persone sono state fermate, tra cui 4 parenti dell’assassino. Fermato anche il padre di un’allieva della scuola media, che aveva avuto uno scontro con il professore perché contestava il contenuto dei corsi di Educazione morale e civica.

C’erano state denunce incrociate, tra padre e professore. Il padre aveva pubblicato su Facebook il nome del prof e l’indirizzo della scuola, invitando a dire «stop» al suo insegnamento. La sorellastra di quest’uomo è in Siria, con Daech. Fermata anche una coppia vicina a quest’uomo, già nota alla polizia.

L’ASSASSINO VENERDÌ si è fatto indicare il professore da alcuni allievi. Aveva preparato alle 12,17 il testo della rivendicazione, contro «Macron, dirigente degli infedeli».
Lo ha pubblicato dopo aver compiu

to il fatto, alle 16,57 con la foto di Samuel decapitato. A far scattare la follia omicida del ragazzo sarebbe stato il racconto sulle reti sociali dello scontro avvenuto nella scuola, anche con dei genitori di allievi, in seguito a un corso sulla libertà di espressione, dove il professore aveva mostrato qualche vignetta di Charlie Hebdo su Maometto (e aveva chiesto ai musulmani della classe di uscire, se non volevano vederle). È da tempo che gli insegnanti segnalano con preoccupazione un crescente rifiuto da parte di alcuni allievi di seguire dei corsi dove entra l’argomento religioso. Un recente sondaggio Ifop rileva una radicalizzazione crescente: per il 75% dei giovani francesi di religione musulmana le norme della religione vengono prima delle leggi della Repubblica (affermazione condivisa dal 35% dei musulmani di più di 35 anni).

EMMANUEL MACRON si è recato a Conflans-Sainte-Honorine venerdì sera. Ha invitato il paese a «fare blocco». La legge «laicità e libertà», che dovrebbe regolare il modo di affrontare i vari «separatismi», prevista per dicembre, potrebbe venire anticipata. Il ministro dell’Educazione nazionale, Jean-Michel Blanquer ha parlato di «unità e fermezza».

Ma l’opposizione attacca. Destra e estrema destra accusano il governo e Macron di «ingenuità». Marine Le Pen ha ironizzato sul «no pasaran» di Macron: «ma se sono già là, persino nelle scuole» e parla di «guerra». Per Christian Jacob dei Républicain, adesso «a grandi parole devono seguire gli atti». Per il sindacato della scuola Snes, «un collega è stato ucciso perché ha fatto il suo mestiere». Il Consiglio del culto musulmano sottolinea: «nulla può giustificare l’assassinio di un uomo». L’Associazione dei ceceni d’Europa ricorda che «nessuna comunità può essere tenuta responsabile per un atto isolato di un suo esponente».